Cosa si dice di “Aquaman”

È uscito in Italia il film sul supereroe oceanico della DC Comics, dopo i grandi incassi (e le medie stroncature) statunitensi

Dal primo gennaio è uscito nei cinema italiani Aquaman, il nuovo film di supereroi dell’universo DC Comics, cioè quello di Batman e Superman per capirci. Aquaman, come potete immaginare, è un supereroe acquatico, figlio di un guardiano di un faro e di una regina di Atlantide, il leggendario regno sommerso. A interpretarlo è Jason Momoa, attore americano conosciuto principalmente per avere interpretato Khal Drogo nella serie Game of Thrones. Negli Stati Uniti e in altri paesi del mondo è uscito a dicembre e dal punto di vista degli incassi è andato benissimo, guadagnando 750 milioni di dollari e posizionandosi come 12esimo film dell’anno scorso al botteghino. Come recensioni, invece, è andato molto peggio.

Il personaggio di Aquaman è già comparso in due film, Batman v Superman: Dawn of Justice Justice League, usciti negli scorsi anni, e le vicende di Aquaman si svolgono successivamente. Al centro del film c’è il suo ritorno ad Atlantide, dove deve cercare di impedire che un suo fratellastro dichiari guerra al genere umano. Ad aiutarlo c’è Mera, interpretata da Amber Heard, un’altra guerriera di estrazione oceanica che peraltro diventa oggetto delle attenzioni sentimentali di Aquaman. Tra gli altri attori ci sono Willem Dafoe, Dolph Lundgren e Nicole Kidman.

Su Rotten Tomatoes, il grande sito che raccoglie le recensioni dei critici, Aquaman ha un punteggio del 64 per cento: poco, considerando che i film di supereroi sono quasi sempre celebrati dalla critica. C’è da dire però che i film sui supereroi della DC Comics sono in un periodo piuttosto complicato: di quelli usciti negli ultimi anni, soltanto Wonder Woman era piaciuto ai critici, mentre Suicide Squad, Batman v Superman: Dawn of Justice Justice League erano stati massacrati.

Nella sua recensione di Aquaman, a questo proposito, Variety scrive che «è un po’ uno shock che non faccia schifo», ma dice che comunque bisogna avere un po’ di pazienza prima che il film decolli. Prima ci sono soprattutto grandi effetti speciali e dialoghi che «fanno sembrare usciti da Shakespeare quelli di un fumetto medio», dice Variety. Il film punta molto sull’esibizione del fisico scultoreo di Momoa, un hawaiano con muscoli che escono da tutte le parti che ribalta significativamente quella che era l’idea di Aquaman-fumetto, un tipo biondo e caucasico.

In molti hanno notato come una decina di anni fa «un film su Aquaman» fosse una storica gag ricorrente della serie Entourage: la comicità stava nel fatto che allora era impensabile che Hollywood facesse un film su un personaggio così “sfigato”. Il fatto che oggi invece sia piuttosto naturale, e che anzi abbia incassato tantissimo, dice molte cose sulla popolarità dei film di supereroi. Secondo l’Hollywood Reporter, il film gode molto della forza del protagonista, un po’ come Wonder Woman, e funziona soprattutto nei momenti in cui ci sono molti effetti speciali.

Il Guardian ha dato al film due stelle su cinque, trovando deludente soprattutto la caratterizzazione psicologica del protagonista: «un amichevole e autocompiaciuto figone da palestra frequentatore di aperitivi, senza le insicurezze che sono parte del profilo psicologico di tutti gli altri supereroi». Nella recensione, che è piuttosto una stroncatura, il Guardian nota anche che Aquaman prova la teoria secondo cui le capacità attoriali di Dafoe bastano a far dimenticare nelle sue scene gli eventuali punti deboli di un film.