• Mondo
  • Lunedì 31 dicembre 2018

In Messico i furti di carburante sono un problema vero

Ogni anno alla compagnia petrolifera statale viene rubata benzina per 3 miliardi di dollari: il nuovo presidente ha parlato di “complici interni”

Un'esplosione a una valvola illegale in un oleodotto a San Jeronimo Ocotitlan, in Messico. (JOSE CASTANARES/AFP/Getty Images)
Un'esplosione a una valvola illegale in un oleodotto a San Jeronimo Ocotitlan, in Messico. (JOSE CASTANARES/AFP/Getty Images)

Andres Manuel Lopez Obrador, il nuovo presidente del Messico, ha detto che gli enormi furti di combustibile che da anni colpiscono la compagnia petrolifera nazionale Pemex avvengono grazie a complici all’interno della società. Ogni anno in Messico viene rubato l’equivalente di circa 3 miliardi di dollari di carburante, con conseguenze su tutto il settore energetico, che anche per questo fatica ad attrarre investitori stranieri.

Lopez Obrador ha aggiunto che i furti non avvengono soltanto grazie ai rubinetti abusivi installati lungo gli oleodotti, il metodo più conosciuto e noto da tempo alle autorità: una quantità così grande di benzina, ha detto Lopez Obrador, deve necessariamente essere rubata anche grazie ad autocisterne che escono direttamente dai centri di distribuzione. Ogni giorno vengono installati in media 42 nuovi rubinetti illegali, ma si stima che servano a sottrarre soltanto il 20 per cento del totale del carburante rubato: il resto viene sottratto direttamente nei centri di Pemex.

Il carburante rubato viene poi venduto ai banchi dei mercati rionali, ai bordi delle strade, oppure direttamente alle stazioni di benzina con la complicità dei proprietari.  La benzina rubata arriva a costare meno della metà di quella legale. Ma Lopez Obrador ha accusato direttamente le società messicane di rifornirsi di carburante rubato per i propri macchinari. Secondo alcune fonti del New York Times, il carburante rubato è venduto anche in altri paesi centroamericani e negli Stati Uniti.

Da tempo si sospetta che nei furti siano coinvolti i dipendenti di Pemex, visto che per sapere dove, come e quando perforare gli oleodotti sono necessarie le informazioni e le conoscenze degli addetti ai lavori. Negli ultimi giorni tre dipendenti sono stati incriminati, ma si pensa che le operazioni coinvolgano molte più persone e che avvengano grazie all’estensione del potere delle gang criminali in ampie zone del Messico, dove sono molto popolari tra gli abitanti e dove possono operare in larga parte senza preoccuparsi dell’intervento della polizia. Spesso i membri delle gang criminali sono visti come dei Robin Hood, che rubano ai ricchi per dare ai poveri: per rinforzare questa immagine, che garantisce la protezione della popolazione locali, le gang organizzano distribuzioni di regali di vario tipo, e talvolta pagano per l’assistenza sanitaria e altri servizi sociali agli abitanti delle zone che controllano.

Tag: messico