Il ristoratore Julian Niccolini si è dimesso dalla direzione del Four Seasons di New York per le accuse di molestie sessuali

Julian Niccolini, a New York, 2009 
(AP Photo/Richard Drew)
Julian Niccolini, a New York, 2009 (AP Photo/Richard Drew)

Il ristoratore Julian Niccolini, uno dei proprietari del celebre ristorante Four Seasons di Manhattan, a New York, è stato costretto a dimettersi dalla direzione del ristorante per il suo comportamento sessualmente inappropriato. Niccolini – che ha 65 anni, è nato in Toscana e si trasferì negli Stati Uniti negli anni Settanta – era stato accusato di aggressione sessuale nel 2016, per aver aggredito a una festa nel ristorante una ragazza di 28 anni, mettendole le mani addosso e graffiandole i fianchi; aveva patteggiato ammettendo la colpevolezza, evitando in cambio il carcere. Nel frattempo il Four Seasons era stato temporaneamente chiuso per aprire in una nuova sede quattro mesi fa. Lunedì il ristorante ha spiegato in un comunicato stampa che Niccolini aveva promesso di cercare aiuto e modificare il suo comportamento nell’anno di chiusura ma che «nel breve periodo passato dalla riapertura del ristorante è stato chiaro che non aveva rispettato l’accordo».

Il Four Seasons è uno storico e leggendario ristorante di New York, aperto nel 1959: era qui che andavano e vanno tuttora a cena, a bersi un drink o per una colazione di lavoro i ricchi, i potenti, i famosi e i creativi di successo, da Jacqueline Kennedy a Henry Kissinger, da Nora Ephron a Catherine Zeta-Jones. Al momento Niccolini è un socio di minoranza e non è più coinvolto nella gestione quotidiana del ristorante; per anni però ne è stato il volto, accogliendo le persone ai tavoli e gestendo le prenotazioni. Da tempo era accusato di molestie e per il suo comportamento apertamente ammiccante era stato soprannominato “Naughty Niccolini”. Alcune recensioni del ristorante pubblicate negli ultimi mesi avevano parlato negativamente della presenza di Niccolini, spingendo gli altri soci del Four Seasons a chiedere le sue dimissioni.