C’è una nuova inchiesta sui soldi della Lega

Lo scrive la Stampa, sarebbe legata al versamento di 250.000 euro da parte del costruttore Luca Parnasi a un'associazione vicina al partito

Giulio Centemero interviene al World Manufacturing Forum 2018 a Cernobbio, il 28 settembre 2018. (ANSA/FLAVIO LO SCALZO)
Giulio Centemero interviene al World Manufacturing Forum 2018 a Cernobbio, il 28 settembre 2018. (ANSA/FLAVIO LO SCALZO)

La procura di Bergamo sta indagando l’ipotesi che un’associazione con sede a Bergamo, collegata alla Lega Nord, sia stata usata per fare arrivare al partito dei finanziamenti da parte dell’imprenditore Luca Parnasi, ed eludere il rischio di sequestro dei fondi da parte delle autorità. La notizia è stata data lunedì dalla Stampa, secondo cui l’inchiesta è ancora nelle «fasi preliminari»; tra gli indagati per il reato di finanziamento illecito ai partiti ci sarebbe anche il nuovo tesoriere della Lega Nord, il deputato Giulio Centemero.

La nuova indagine, dice la Stampa, è iniziata dopo che la procura di Roma ha trasmesso a quella di Bergamo degli atti relativi all’indagine sulla costruzione del nuovo stadio della Roma, in cui è coinvolto proprio Parnasi, un noto costruttore. Durante l’indagine sullo stadio sarebbe stata individuata una donazione di 250.000 euro da Parnasi all’associazione “Più voci” di Bergamo, che come aveva raccontato l’Espresso a giugno ha sede nello studio di due commercialisti di Bergamo – Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba – in via Angelo Maj. Dai conti correnti dell’associazione “Più voci” i soldi sarebbero stati girati a due altre società collegate alla Lega: Radio Padania e Mc srl, che tra le altre cose è editrice del sito di propaganda leghista il Populista.

L’ipotesi della procura di Bergamo sembra quindi essere che alcune società collegate in qualche modo alla Lega siano state usate per fare arrivare finanziamenti al partito, o comunque per nascondere capitali. I commercialisti Manzoni e Di Rubba, aveva raccontato l’Espresso, sono anche quelli che avevano depositato all’ufficio brevetti il logo “Salvini Premier” usato da Salvini durante l’ultima campagna elettorale e sono considerati molto vicini alla Lega Nord e al tesoriere Centemero. Sempre l’Espresso aveva raccontato che presso lo studio di Manzoni e Di Rubba hanno sede almeno altre sette società dalla natura non del tutto chiara e che potrebbero essere state usate per nascondere capitali legati alla Lega.

L’indagine sui finanziamenti di Parnasi a “Più voci”, scrive la Stampa, sono quindi in qualche modo collegate a quelle sui 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che la Lega impiegò in maniera fraudolenta tra il 2008 e il 2010, e che ora dovrà restituire. L’ipotesi dei magistrati è che le società collegate allo studio di commercialisti di Bergamo siano parte di un sistema creato per mettere al sicuro capitali della Lega da possibili sequestri ordinati per la storia dei 49 milioni. La Lega ha trovato un accordo per la restituzione del denaro allo stato che prevede pagamenti ogni due mesi, ma se i pagamenti dovessero saltare i giudici potrebbero chiedere nuovi sequestri dei conti correnti del partito, che si troverebbe quindi bloccato come già successo durante le indagini degli ultimi anni.