Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha detto ufficialmente che gli Stati Uniti usciranno dal trattato nucleare “INF”

Il segretario di Stato Mike Pompeo parla alla sede della NATO a Bruxelles. (JOHN THYS/AFP/Getty Images)
Il segretario di Stato Mike Pompeo parla alla sede della NATO a Bruxelles. (JOHN THYS/AFP/Getty Images)

Durante un summit alla sede della NATO, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha annunciato ufficialmente che gli Stati Uniti si ritireranno dal trattato INF (da “Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty”), un accordo con la Russia che impedisce lo sviluppo di missili nucleari a media gittata. Era una decisione attesa, visto che Trump l’aveva già anticipato lo scorso ottobre: ora però è ufficiale, e l’uscita degli Stati Uniti avverrà entro 60 giorni. Gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver ripetutamente violato il trattato sviluppando i missili proibiti, e per questo vogliono uscire. In realtà, secondo gli osservatori, i motivi della decisione sono legati soprattutto al programma nucleare cinese, che non dovendo rispettare il trattato ha un vantaggio significativo rispetto agli Stati Uniti.

Il trattato INF fu firmato nel 1987 dall’allora presidente Ronald Reagan e dal capo dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov e fu uno dei primi passi che portarono alla fine della Guerra Fredda. Riguarda missili nucleari a media gittata, tra i 500 e i 5.500 chilometri, che possono essere lanciati da terra: prima che l’accordo fosse firmato i paesi europei erano molto preoccupati perché l’Unione Sovietica avrebbe potuto usarli contro di loro (per questo venivano chiamati “euromissili”). Per capirci: sono lo stesso genere di missili che la Corea del Nord ha testato per tutto il 2017.