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  • Martedì 4 dicembre 2018

Salvini ha combinato un guaio con un tweet

Secondo il procuratore di Torino Armando Spataro, il ministro dell'Interno ha celebrato un'operazione di polizia che era ancora in corso, danneggiando le indagini e diffondendo notizie false

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Il procuratore di Torino Armando Spataro ha redarguito il ministro dell’Interno Matteo Salvini per aver diffuso pubblicamente notizie false su un’operazione di polizia ancora in corso, rischiando così di danneggiare le indagini. «Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili», ha scritto Spataro in un comunicato pubblicato martedì mattina: «O voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie».

Il tweet con cui Salvini aveva annunciato una serie di operazioni di polizia, non collegate le une con le altre, risale a martedì mattina, pochi minuti prima delle nove, quando il ministro ha scritto sul suo profilo: «A Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia», come spesso fa per pubblicizzare operazioni di polizia finite con successo.

Poco dopo il tweet del ministro è arrivato il comunicato del procuratore Spataro, particolarmente duro. Spataro accusa Salvini di aver diffuso quasi esclusivamente notizie false. Il comunicato dice che gli arrestati non sono 15, che gli arrestati non sono tutti accusati di associazione mafiosa e inoltre che le ricerche di alcune delle persone che avrebbero dovuto essere fermate erano ancora in corso quando Salvini ha pubblicato il suo tweet. Scrive Spataro:

«La polizia giudiziaria non ha fermato “15 mafiosi nigeriani”, ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di questo Ufficio, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino. Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.; coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati sono ancora in corso»

Spataro ha ricordato poi che l’operazione era in corso mentre il ministro twittava e che è ancora in corso alcune ore dopo, motivo per il quale non era possibile fornire ulteriori informazioni. Infine, il procuratore ha scritto che la diffusione della notizia da parte di Salvini «contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione delle notizie di interesse pubblico».

Salvini ha replicato con altrettanta durezza, rivelando tra l’altro che a dargli le informazioni sull’indagine è stato il capo della polizia, che gli avrebbe scritto alle “7 e 22” di questa mattina. «Basta parole a sproposito – ha dichiarato Salvini alle agenzie di stampa – È inaccettabile dire che il ministro dell’Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il Procuratore Capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato».

In passato Salvini aveva criticato duramente i suoi predecessori che avevano adottato comportamenti simili. Quattro anni fa, quando nel giugno del 2014 l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano annunciò l’arresto di Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, Salvini disse in un’intervista a Panorama: «Pazzesco, un ministro dell’Interno che twitta su indagini in corso non merita neppure un commento. Il fatto in sé la dice tutta sul quel personaggio lì».