Abbiamo trovato una classificazione per questi strani microbi

La scienza non sapeva bene in che regno mettere gli emimastigofori: secondo un nuovo studio è perché stanno in una categoria al di sopra

(Yana Eglit/Dalhousie University)
(Yana Eglit/Dalhousie University)

Un gruppo di ricercatori canadesi ha analizzato geneticamente per la prima volta un tipo di microbi conosciuti come emimastigofori, scoprendo che sono talmente diversi dalle forme di vita attualmente note da richiedere una nuova grande categoria autonoma nella classificazione scientifica dei viventi. Lo studio, pubblicato su Nature, colloca questo nuovo supergruppo all’interno del dominio degli eucarioti – quello a cui apparteniamo anche noi, che si distingue dal dominio dei procarioti – ma al di sopra dei regni conosciuti: animali, piante, funghi e protisti. Anche se può sembrare una sottigliezza da scienziati, è importante perché questa nuova categoria è molto in alto nel cosiddetto “albero della vita”, e la sua separazione dalle categorie attualmente conosciute risale a miliardi di anni fa.

Gli emimastigofori sono organismi monocellulari, caratterizzati da due fila di flagelli, che usano per spostarsi e per approcciarsi alle prede: si nutrono infatti di altri microbi, e più precisamente del loro citoplasma, cioè il contenuto della membrana cellulare. Gli emimastigofori sono conosciuti dall’Ottocento, ma una delle due specie raccolte dai ricercatori per il loro studio era ignota. Sono stati trovati nei campioni di suolo provenienti dalla Nuova Scozia, in Canada.

Gli emimastigofori sono eucarioti, perché hanno un nucleo ben definito, ma non sono né animali, né piante e né funghi. Solitamente gli organismi di questo tipo vengono classificati come protisti, un dominio in cui vengono inseriti spesso viventi difficilmente classificabili. Non essendo mai riusciti a fare test genetici approfonditi sugli emimastigofori, finora erano infatti stati collocati tra i protisti. I ricercatori però, guidati dal professore di biologia alla Dalhousie University Alastair Simpson, sono riusciti a estrarre materiale genetico sufficiente grazie a una nuova tecnica: non tutto il genoma, cioè il DNA completo, ma un segmento con abbastanza informazioni per scoprire molte cose nuove. Grazie a questi nuovi dati, i ricercatori hanno stabilito che la classificazione nei protisti non è la più adatta per gli emimastigofori.

(Nature)

Ora occorre fare un passo indietro: dato che spesso classificare un vivente tra i protisti non è soddisfacente, negli anni gli scienziati hanno proposto la definizione di sei supergruppi, all’interno del dominio degli eucarioti, ma che comprendano più regni: uno di questi, quello degli opistoconti, comprende per esempio gli animali, i funghi e alcuni protisti, che semplificando moltissimo possiamo descrivere come accomunati dall’avere un solo flagello posteriore (per esempio negli spermatozoi animali). Ma la tassonomia biologica, cioè la disciplina della classificazione dei viventi, negli ultimi anni ha proposto un ulteriore gruppo al di sopra di questi sei supergruppi, che ne comprende quattro accomunati non tanto da caratteristiche fisiche quanto da antenati comuni. Questo supergruppo, che quindi si colloca immediatamente sotto il dominio degli eucarioti, è conosciuto come Diaphoretickes.

In precedenza, gli emimastigofori erano stati categorizzati al livello del phylum, cioè sotto i regni. Il nuovo studio suggerisce invece che appartengano a un nuovo supergruppo di eucarioti dello stesso livello dei Diaphoretickes, perché dalle nuove analisi genetiche «è stato evidente che non appartengono a nessun gruppo al livello dei regni, e nemmeno a un supergruppo che comprenda più regni, come quello che include animali e funghi» ha spiegato Simpson. «Questa categoria di organismi è un nuovo gruppo, a quel livello, ma completamente autonomo. È un ramo dell’albero della vita che si è separato molto tempo fa, forse più di un miliardo di anni fa, e sul quale non avevamo nessuna informazione».

È importante ricordare, però, che questi gruppi sono costruzioni umane, e come tali cambiano spesso man mano che gli scienziati scoprono cose nuove. La catalogazione degli organismi in una categoria o in un’altra non è un processo netto e indiscutibile, ma ha una certa dose di arbitrarietà che dipende dagli scienziati che la applicano. In breve, questi gruppi e supergruppi sono decisi dagli scienziati per facilitare il loro lavoro, e possono essere messi in discussione e cambiati nel tempo.

Andreas Hejnol, a capo del Centro Internazionale Sars di Biologia Molecolare Marina all’Università di Bergen, ha spiegatoGizmodo che lo studio è valido perché le informazioni genetiche raccolte sono sufficienti, ma ha ricordato che non si dovrebbe lasciar distrarre dalla definizione del nuovo supergruppo, per concentrarsi invece sul fatto che gli scienziati sono riusciti a catalogare più precisamente gli emimastigofori nell’albero della vita.

La squadra di ricercatori è riuscita ad avviare una coltura di emimastigofori, per la prima volta nella storia, e spera di poterli studiare ancora più approfonditamente dal punto di vista genetico.