Tim Cook dice che il libero mercato non funziona sempre

Si riferisce soprattutto al fatto che Facebook e Google abbiano monetizzato i dati dei loro utenti senza grosse restrizioni

(Stephanie Keith/Getty Images)
(Stephanie Keith/Getty Images)

In un’intervista al sito di news Axios, il CEO di Apple Tim Cook ha commentato in maniera piuttosto sorprendente la possibilità che le grosse aziende americane di tecnologia – proprio come Apple – siano presto soggette a leggi più stringenti e severe, dicendosi sostanzialmente favorevole.

«Credo molto nel libero mercato, ma dobbiamo ammettere quando non funziona. E qui da noi non sta funzionando».

Un’affermazione del genere può suonare strana, detta dal capo di un’azienda che ha fatto un mucchio di soldi proprio grazie al libero mercato: per esempio grazie alle tasse bassissime che paga in Europa grazie a un accordo col governo dell’Irlanda. Ma Cook si riferiva soprattutto alla possibilità che il Congresso statunitense possa obbligare le società di tecnologia a gestire in maniera più trasparente i dati dei propri utenti, una eventualità emersa soprattutto in seguito al caso Cambridge Analytica – la società di consulenza che nel 2016 usò i dati di milioni di utenti Facebook, a loro insaputa, a scopi di marketing politico – e alla recente inchiesta del New York Times sulla reazione tardiva di Facebook di fronte a diversi casi simili emersi negli ultimi mesi.

Non è la prima volta che Cook critica società concorrenti di Apple – come Google e Facebook – che praticano un diverso modello di business, incentrato sulle inserzioni pubblicitarie e la gestione dei dati degli utenti. A marzo aveva criticato il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, accusandolo di fare soldi «monetizzando» i propri utenti, al posto di proteggerli. In un’altra occasione, Cook aveva lodato le leggi in materia di privacy in vigore in Europa, notoriamente molto più stringenti di quelle americane.

Durante l’intervista con Axios, a Cook è stato fatto notare che Apple nell’ultimo anno ha ricevuto circa nove miliardi di dollari da Google, a cui in cambio garantisce di rimanere il motore di ricerca di riferimento del suo browser Safari. Cook si è difeso sostenendo semplicemente che Google è il miglior motore di ricerca in circolazione, e che per questo viene premiato da Safari.