Cosa sappiamo sull’ultima stagione di “Game of Thrones”

Cioè quando inizierà, dove inizierà e che a un certo punto ci sarà una battaglia come nessun'altra prima

Da ieri sappiamo che l’ottava e ultima stagione di Game of Thrones andrà in onda dall’aprile del 2019: tra circa cinque mesi, a 20 mesi dall’ultimo episodio della settima stagione. Lo ha comunicato HBO, il canale americano che produce la serie, con un video che non contiene immagini della nuova stagione ma che era accompagnato dall’hashtag #ForTheThrone e dal testo: «Ogni battaglia. Ogni tradimento. Ogni rischio. Ogni combattimento. Ogni sacrificio. Ogni morte. Tutto per il Trono».

Oltre al video, HBO ha anche pubblicato un po’ di immagini, utili per recuperare sentimenti vecchi di oltre 20 mesi.

Sono cose che fanno venire voglia di vedere che succederà e per fortuna, oltre a sapere che l’ultima stagione inizierà ad aprile, sappiamo anche qualcos’altro: certo, solo quello che hanno deciso di farci sapere, perché – come ha scritto Variety – «per evitare spoiler, HBO ha preso precauzioni e misure di sicurezza degne della CIA». Alcune ore dopo l’annuncio dell’uscita ad aprile, David Nutter – uno dei registi dell’ultima stagione – ne ha parlato (con il permesso della HBO) su Reddit, rivelando qualcosina in più.

Prima, una rapida rinfrescata alla memoria su com’era finita la settima stagione. Versione breve: è arrivato l’Inverno. Versione media: quasi tutti quelli che restano (quindi non Ditocorto) si sono visti per provare a fare fronte unico contro gli Estranei. Hanno trovato una sorta di accordo, tranne Cersei, ma comunque gli Estranei hanno superato la Barriera e hanno un DRAGOZOMBIE. Arya intanto ha ancora sei nomi sulla sua lista. E poi Jon Snow non è né Jon né Snow e Daenerys è sua zia. Versione lunga: qui.

Ma torniamo all’ottava stagione e partiamo dalle cose tecniche: sarà fatta da sei episodi, uno in meno della settima. Come per la stagione precedente, racconterà eventi che i libri di George R.R. Martin non hanno ancora raccontato; ma sarà comunque basata su alcune dritte che lui ha dato ai creatori della serie. È quasi certo che ogni episodio durerà almeno un’ora ed è probabile che almeno uno, magari l’ultimo, possa durare intorno ai 100 minuti.

Le riprese dell’ultima stagione sono finite a luglio: si sa che ci sarà una immensa battaglia notturna e sembra anche che siano stati girati dei finti finali, per evitare eventuali spoiler. Se qualcosa dovesse uscire prima della fine, nessuno saprebbe quindi se è il vero finale o uno finto. Si dice che HBO abbia anche scritto alcune finte sceneggiature e pare abbia usato strumenti per disattivare i droni con cui qualcuno provava a volare sopra il set. Gli episodi dell’ultima stagione saranno diretti da Miguel Sapochnik (che diresse l’episodio “La battaglia dei bastardi”), da David Nutter (che diresse l’episodio con il Red Wedding) e da David Benioff e D.B. Weiss, i due creatori della serie. Sappiamo che Sapochnik ha diretto l’episodio con la grande battaglia, che Nutter ha diretto il primo e che Benioff e Weiss sono i registi dell’ultimo.

Le cose più pratiche, ora. Sappiamo che la stagione comincerà a Grande Inverno, con l’arrivo di Daenerys da Sansa, Arya e Bran Stark. È anche probabile che Jon Snow scoprirà di chi è figlio, visto che anche l’ultima volta stava con Daenerys (nel letto, sulla barca) e potrebbe quindi andare anche lui a Grande Inverno e fare due chiacchiere con Bran. Il primo episodio dell’ultima stagione sarà pieno di riferimenti al primo della serie, anche quello ambientato a Grande Inverno. Lo ha scritto a inizio novembre James Hibberd di Entertainment Weekly, dopo aver visitato in esclusiva il set (con il permesso di HBO). Hibberd ha anche spiegato che quando si parla di quasi due mesi di riprese per la battaglia notturna ci si riferisce solo alle riprese in esterna, perché poi sono seguite settimane di riprese al chiuso. L’attore Peter Dinklage ha detto, parlandogliene: «È brutale. A confronto la Battaglia dei Bastardi sembra un parco divertimenti». Joe Dempsie, che interpreta Gendry, ha detto invece parlando di spoiler: «Ci sono momenti in cui non ti fidi dei segreti [sulla trama] che hai in testa. Lì dentro hai qualcosa che milioni di persone vogliono avere. È una cosa bizzarra. Anche perché, tra ora e quando finirà la serie, prima o poi arriverà il momento in cui sarò ubriaco».

Parlando su Reddit, il regista David Nutter ha invece detto che la prima puntata sarà una sorta di “reset” di certe sotto-trame e che gli Estranei non saranno l’unico problema, «perché tutti gli altri dovranno confrontarsi tra loro». Su molte altre cose è invece stato volutamente vago: ha detto che potrebbero esserci viaggi nel tempo ma che nel suo episodio non ci sono, e ha detto che ci sarà, non si sa quando, un meta-lupo. Nutter ha anche detto che sul set non girava quasi nessun foglio e che le sceneggiature erano tutte su iPad, per evitare di essere perse o rubate.

Oltre a rispondere a domande sull’ottava stagione, Nutter ha anche dovuto difendersi dall’accusa di aver mentito a un presidente degli Stati Uniti. Nel 2015 incontrò Barack Obama, che gli chiese – tra una stagione e l’altra – di fargli una confessione. «Il presidente mi prese per la spalla con la mano sinistra, si presentò, mi guardò negli occhi e disse: “Non avete ucciso Jon Snow, vero?”». Nutter gli rispose che era «più morto dei morti». Disse che però non fu una bugia, perché lui davvero non sapeva cosa sarebbe successo a Jon Snow, perché per non farsi influenzare non legge i libri.

Intanto, sappiamo anche che HBO ha messo in cantiere un prequel della serie (ambientato migliaia di anni prima). Ma non si sa molto altro sulla serie, che probabilmente arriverà nel 2020 o più avanti. Per un’attesa a più breve termine, dal 20 novembre si potrà comprare Fuoco e sangue, il nuovo libro di George R.R. Martin. Parla di una guerra civile che rischiò di eliminare per sempre la dinastia Targaryen e Martin ha scritto sul suo blog che questo libro sta alla sua saga così come il Silmarillion (un libro incompiuto di J. R. R. Tolkien) sta a Il Signore degli Anelli. Martin ci tiene però a precisare che «non è un romanzo».