L’Italia dovrà riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011

Lo ha deciso la Corte di giustizia dell’Unione Europea, ribaltando due precedenti decisioni: riguarda il pagamento delle tasse per gli immobili con finalità commerciali

Winfried Rothermel/picture-alliance/dpa/AP Images
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La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che lo Stato italiano debba riscuotere l’imposta comunale sugli immobili (Ici) non versata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011, quando grazie a una deroga decisa dal governo Berlusconi fu in vigore un’esenzione tout court per tutti gli immobili di proprietà della Chiesa, poi giudicata irregolare. La decisione della Corte di giustizia ribalta due precedenti decisioni della Commissione Europea e del Tribunale dell’Unione Europea, che avevano stabilito l’impossibilità del recupero dell’Ici non versata per ragioni organizzative.

L’Ici – che dal 2012 è stata sostituita dall’Imu – fu introdotta nel 1992 e già allora furono previste esenzioni particolari per gli immobili di proprietà della Chiesa e usati a fini non commerciali. L’esenzione fu allargata nel 2005 dal governo Berlusconi per includere tutti gli immobili di proprietà della chiesa, anche quelli a fini commerciali. Questo allargamento fu poi giudicato dalla Commissione europea come un aiuto di Stato, perché di fatto andava a danno delle attività commerciali non di proprietà della Chiesa, che dovevano pagare una tassa aggiuntiva. Decisioni precedenti avevano stabilito l’impossibilità di fatto per lo Stato italiano di riscuotere l’Ici arretrata per la difficoltà di capire esattamente quali fossero stati gli edifici ad aver usufruito dell’esenzione in modo irregolare.

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