La missione del telescopio spaziale Kepler della NASA è finita: non cercherà più nuovi pianeti

Il telescopio spaziale Kepler in una rappresentazione grafica (NASA/Wendy Stenzel/Daniel Rutter)
Il telescopio spaziale Kepler in una rappresentazione grafica (NASA/Wendy Stenzel/Daniel Rutter)

Dopo anni di osservazioni e scoperte di migliaia di pianeti all’esterno del nostro sistema solare (esopianeti), la NASA ha dichiarato finita la missione di Kepler, uno dei suoi più importanti telescopi spaziali: era stato studiato per durare quattro anni e invece ha fornito dati preziosi per quasi nove. Kepler ha finito il combustibile che gli consentiva di effettuare le sue esplorazioni durante l’estate. Quando i responsabili della missione se ne sono accorti, hanno impostato una modalità provvisoria per riuscire a recuperare gli ultimi dati raccolti dal telescopio, prima che potesse essere troppo tardi. Kepler è stato in seguito collocato in un’orbita sicura distante dalla Terra, dove rimarrà senza inviare nuovi dati.

Lanciato nel 2009 con lo scopo di scoprire gli esopianeti in orbita intorno a stelle diverse dal nostro Sole, nella sua carriera Kepler ha osservato oltre 530mila stelle identificando migliaia di nuovi esopianeti. Ha permesso di scoprirne con certezza almeno 2.600, alcuni dei quali distanti a sufficienza dalle loro stelle di riferimento per essere adatti a ospitare forme di vita, per come le conosciamo qui sulla Terra. A inizio anno la NASA ha lanciato TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), considerato il successore di Kepler nella ricerca di nuovi mondi.

La NASA ha scoperto 1.284 nuovi pianeti