La Corte Costituzionale ha dato un anno al Parlamento per legiferare sul suicidio assistito

E ha quindi sospeso il giudizio su Marco Cappato per il suicidio di Fabiano Antoniani

(Vincenzo Livieri - LaPresse)
(Vincenzo Livieri - LaPresse)

La Corte Costituzionale ha sospeso la sua decisione sul caso della morte di Fabiano Antoniani, detto DJ Fabo, e ha annunciato che la esaminerà solo nel settembre del 2019, come richiesto dalla presidenza del Consiglio, per dare modo al Parlamento di legiferare in materia e approvare una «appropriata disciplina» sul suicidio assistito.

La Corte Costituzionale si è dovuta esprimere sulla questione perché durante il processo a Marco Cappato – dirigente dei Radicali che ha aiutato Antoniani a morire portandolo in una clinica svizzera, dove il suicidio assistito è legale – sia l’accusa sia la difesa avevano chiesto alla Corte Costituzionale di valutare l’eventuale incostituzionalità del reato di aiuto al suicidio (articolo 580 del Codice penale), che prevede una pena fra i 6 e i 12 anni di carcere.

Il processo era iniziato dopo che nel febbraio 2017 Cappato, che è anche promotore della campagna “Eutanasia legale” e dirigente dell’associazione Luca Coscioni, aveva accompagnato in Svizzera Fabiano Antoniani, un uomo che dopo un incidente in auto era diventato cieco e quasi completamente paralizzato, per effettuare la procedura di suicidio assistito nella clinica svizzera dell’associazione Dignitas. Lo aveva fatto in Svizzera perché in Italia era ed è tuttora illegale farlo. Nel gennaio 2018 Cappato aveva detto:

Piuttosto che essere assolto per un aiuto giudicato irrilevante, mentre è stato determinante, preferirei essere condannato. Altro sarebbe essere assolto per incostituzionalità del reato. Perché altrimenti si accetterebbe che solo chi è in grado di raggiungere la Svizzera può essere libero di scegliere.

Fabiano Antoniani è morto