La carovana di migranti in viaggio verso gli Stati Uniti non si ferma
Nonostante le minacce di Trump e i tentativi della polizia messicana il loro viaggio a piedi sta continuando, e via via si uniscono nuove persone
La carovana di migranti in viaggio dall’Honduras verso gli Stati Uniti sta proseguendo, nonostante le minacce del presidente statunitense Donald Trump e i tentativi di fermarla della polizia del Guatemala e del Messico. A differenza di quanto successo in passato con carovane simili, anzi, il numero di migranti in cammino verso gli Stati Uniti sta aumentando di giorno in giorno, probabilmente a causa dell’attenzione mediatica che il loro viaggio sta ricevendo. Alcune migliaia di persone sono già riuscite a entrare in Messico e dopo essersi raggruppate a Ciudad Hidalgo, una città al confine con il Guatemala, sono ripartite verso nord.
I migranti sono partiti il 12 ottobre dalla città di San Pedro Sula, in Honduras. Il primo gruppo era formato da circa 2.000 persone che viaggiavano a piedi verso nord, in una lunga colonna. Di per sé non era un evento strano: carovane simili partono ogni anno dall’Honduras, spesso organizzate anche da gruppi di attivisti, e viaggiare insieme permette ai migranti di evitare rapine o rapimenti mentre si attraversano alcuni dei posti più pericolosi del Centro America. Lo scopo della maggior parte di loro è arrivare negli Stati Uniti per lavorare: è un viaggio di 2.000 chilometri, fatto a tappe di 40 chilometri al giorno, e ci vogliono settimane.
Le autorità del Guatemala e del Messico hanno cercato di fermare i migranti ai loro confini, ma quasi tutti hanno trovato il modo di attraversarli. Una foto che è circolata moltissimo in questi giorni è stata scattata proprio a Ciudad Hidalgo, dove un ponte sul fiume Suchiate attraversa il confine tra Messico e Guatemala. Si vedono migliaia di persone incolonnate sul ponte, bloccate da un esile cancello di metallo sorvegliato dalla polizia messicana. I migranti sono riusciti a sfondare il cancello e sono stati ricacciati indietro dalla polizia messicana in tenuta antisommossa: la maggior parte di loro hanno poi deciso di guadare il Suchiate e si sono ritrovati qualche ora dopo nel centro di Ciudad Hidalgo. Lì, racconta il New York Times, sabato pomeriggio i migranti hanno votato per alzata di mano per proseguire il loro viaggio verso nord e il giorno dopo sono arrivati a Tapachula. Secondo Associated Press, in tutto, potrebbero essere in viaggio quasi 8.000 persone, divise in gruppi.
Il Messico ha offerto ai migranti la possibilità di chiedere asilo politico o altre forme di accoglienza, ma la maggior parte di loro ha rifiutato di farsi identificare per la paura di essere arrestati e rimpatriati. Non è comunque chiaro cosa succederà quando i migranti arriveranno al confine con gli Stati Uniti: negli ultimi mesi sono aumentati notevolmente i controlli e gli arresti da parte della polizia di frontiera statunitense, e Donald Trump negli ultimi giorni ha usato toni molto aggressivi e minacciosi contro la carovana di migranti, minacciando i paesi che non li fermeranno di tagliare gli aiuti del governo statunitense. Se continueranno il viaggio a piedi, comunque, ci vorranno ancora molti giorni per arrivare fin lì: il confine con gli Stati Uniti è distante da loro più di 1.800 chilometri.