Chi ha vinto in Trentino-Alto Adige

A Trento ha vinto il centrodestra e gli autonomisti hanno subito una sconfitta storica, a Bolzano gli autonomisti hanno tenuto ma la Lega ha fatto un gran risultato

Un seggio a Bolzano, il 21 ottobre 2018. (ANSA/G.NEWS)
Un seggio a Bolzano, il 21 ottobre 2018. (ANSA/G.NEWS)

Domenica 21 ottobre le province autonome di Trento e Bolzano hanno votato per rinnovare i loro consigli provinciali e, nel caso di Trento, per scegliere il nuovo presidente della provincia. In entrambe le province il centrodestra ha ottenuto un ottimo risultato. A Trento ha vinto il candidato del centrodestra Maurizio Fugatti, che ha battuto quello del centrosinistra Giorgio Tonini. A Bolzano lo scrutinio è andato avanti tutta la notte e si è concluso confermando le aspettative: la Lega è andata benissimo e per la prima volta da vent’anni agli autonomisti della SVP non sarà sufficiente allearsi con il centrosinistra per raggiungere la maggioranza.

Il risultato migliore per il centrodestra è stato a Trento, dove il suo candidato Maurizio Fugatti ha raccolto il 46,6 per cento dei voti, ottenendo così anche il premio di maggioranza che scatta per chi oltrepassa il 40 per cento dei voti. Il candidato di centrosinistra Giorgio Tonini ha raccolto poco più della metà dei voti del suo avversario, circa il 25 per cento. Gli autonomisti del PATT, che in passato avevano corso alleati con il centrosinistra e che oggi sono guidati dal presidente della provincia uscente Ugo Rossi, hanno raccolto intorno al 12 per cento, quindi è probabile che nemmeno se i due gruppi fossero andati uniti avrebbero potuto cambiare il risultato di domenica.

Per quanto riguarda i singoli partiti, la Lega ha ottenuto il 27 per cento, lo stesso risultato delle politiche del 4 marzo, e ha di fatto svuotato il resto del centrodestra, lasciando Forza Italia e gli altri alleati intorno al 3 per cento ciascuno. Il PD è invece crollato ottenendo appena il 10 per cento, meno della metà del 21 per cento che aveva raccolto alle politiche. Il Movimento 5 Stelle, come spesso accade, è quasi scomparso rispetto alle politiche. Il suo candidato Filippo Degasperi è dato intorno al 6 per cento, rispetto al 24 per cento raccolto dal partito alle elezioni del 4 marzo.

Quella di domenica è stata la prima vittoria in più di 20 anni per il centrodestra nella provincia di Trento e un autentico collasso per il centrosinistra e gli autonomisti, che alle regionali di cinque anni fa, nel 2013, raccolsero insieme quasi il 60 per cento, mentre oggi faticano ad arrivare al 40.

A Bolzano, la Südtiroler Volkspartei (SVP), il partito autonomista da anni alleato con il centrosinistra, è riuscito a non scendere oltre la soglia psicologica del 40 per cento: ha ottenuto il 41,9 per cento dei voti, risultando nettamente il più votato, pur in discesa dal già sorprendentemente basso 45 per cento del 2013. La seconda lista a prendere più voti è stata, a sorpresa, un’altra formazione tedescofona: il Team Koellensperger, una lista civica centrista fondata da Paul Koellensperger, ex consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle uscito dal partito, che ha ottenuto il 15,2 per cento.

Il primo partito del gruppo linguistico italiano è stato clamorosamente la Lega, che ha ottenuto l’11,1 per cento ed è risultato il primo partito nella città di Bolzano con il 27,8 per cento (alle politiche dello scorso 4 marzo aveva ottenuto il 15 per cento). Per avere un’idea del balzo basti pensare che nel 2013 la Lega, insieme con Forza Italia, prese solo il 2,5 per cento nella provincia di Bolzano. Altri risultati: i Verdi hanno ottenuto il 6,8 per cento, il Freiheitlichen il 6,2 per cento, il Sued Tiroler Freiheit il 6 per cento, il Partito Democratico il 3,8 per cento, il Movimento 5 Stelle il 2,4 per cento. L’affluenza in Alto Adige è stata relativamente alta, toccando il 73,9 per cento.

Nella provincia autonoma di Bolzano non è prevista l’elezione diretta del presidente della provincia, che viene scelto dopo le elezioni con un voto dal consiglio provinciale. Fino alle elezioni regionali del 2013 la maggioranza assoluta dei voti è sempre andata addirittura a un unico partito, la Südtiroler Volkspartei (SVP), da anni alleato con il centrosinistra. La giunta uscente, guidata da Arno Kompatscher, era sostenuta anche dal PD, che fornì appoggio al SVP dopo che nel 2013 per la prima volta il partito autonomista fallì nel raggiungere da solo la maggioranza assoluta dei voti. Stavolta però i voti della SVP (41 per cento) e quelli del PD (3,8 per cento) non bastano per arrivare alla metà più uno dei consiglieri, quindi gli autonomisti rischiano di doversi alleare per la prima volta con il centrodestra.

Lo Statuto d’autonomia della provincia prevede infatti che il gruppo linguistico italiano debba essere rappresentato nella giunta, e la Lega è con distacco il partito italiano che ha ottenuto più voti. Per il momento i dirigenti del SVP dicono che è presto per parlare di alleanza con la Lega e che dialogheranno con tutti i partiti.