C’è una misteriosa malattia negli Stati Uniti

Causa debolezza e paralisi muscolare nei bambini e i casi sono in aumento: si sospetta c'entrino alcuni virus, ma non se ne capiscono le cause

Una sede dei CDC ad Atlanta, Georgia, Stati Uniti (CDC James Gathany via ANSA)
Una sede dei CDC ad Atlanta, Georgia, Stati Uniti (CDC James Gathany via ANSA)

Nelle ultime settimane negli Stati Uniti è stato rilevato un sensibile aumento di casi di mielite flaccida acuta (AFM), una malattia molto rara, simile alla poliomielite e della quale non si conoscono ancora di preciso le cause. Si sospetta che la malattia si manifesti dopo un’infezione virale, ma mancano elementi per saperne di più. I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) tengono sotto controllo l’AFM da circa cinque anni e hanno notato un suo andamento periodico, con annate in cui si verificano picchi alternate ad altre dove la malattia sembra essere meno comune.

La mielite flaccida acuta interessa il sistema nervoso centrale, in particolare la sostanza grigia contenuta nel midollo spinale. Rallenta le trasmissioni nervose, portando a una diffusa debolezza muscolare, con paralisi agli arti. I sintomi in molti casi sono temporanei e si risolvono dopo qualche settimana, ma in alcune circostanze possono essere persistenti e i medici non ne conoscono il motivo né i fattori di rischio.

Quest’anno i casi di AFM segnalati ai CDC negli Stati Uniti sono stati 127. Di questi, 62 sono stati confermati in 22 stati, ma dal punto di vista geografico non sembra esserci un andamento di diffusione della malattia tale da poter identificare zone di origine o di maggiore concentramento dei casi. Dal 2014, si registrano tra i 20 e i 150 casi ogni anno di AFM, ma quest’anno il numero potrebbe essere molto più alto, considerato che siamo a metà ottobre e mancano ancora più di due mesi alla fine del 2018. Lo scorso anno i casi confermati dai CDC furono solamente 33 in tutti gli Stati Uniti, a conferma dell’apparente andamento periodico della malattia.

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I CDC e altri centri di ricerca tengono sotto controllo i casi di AFM dal 2014, ma finora non sono riusciti a scoprire molto. Si sospetta che la causa scatenante della malattia possano essere alcuni virus, come gli enterovirus (che comprendono i sierotipi che provocano la poliomielite) e il virus del Nilo occidentale, che in questi anni ha conosciuto una crescente diffusione. Altri sospettati sono tossine ambientali non meglio precisate, che potrebbero influire sul sistema immunitario portandolo a reagire contro il sistema nervoso. L’ipotesi è infatti che le cellule immunitarie reagiscano alla presenza di questi virus/tossine e, in seguito, non si arrestino danneggiando la sostanza grigia.

Il maggior numero di casi di AFM è stato finora registrato tra pazienti al di sotto dei 18 anni, con una prevalenza tra i bambini con un’età di 4 anni. Tutti i casi testati finora dai CDC sono risultati negativi ai poliovirus, escludendo quindi che si possa trattare di una forma di poliomielite.

Tra l’estate del 2014 e il 2018, sono stati registrati complessivamente 386 casi di AFM in tutti gli Stati Uniti. La malattia ha ancora contorni molto sfumati ed è quindi difficile tenerne traccia, anche se negli ultimi anni è stata esplorata la possibilità che possa avere l’enterovirus D68 (EV-D68) come causa scatenante. In Europa i casi finora segnalati sono stati molto pochi e non sembra esserci un’incidenza paragonabile a quella degli Stati Uniti. Non si può però escludere che sui dati incidano errori nelle diagnosi, considerato che l’AFM presenta sintomi paragonabili a diverse altre condizioni neurologiche.

Benché ci siano ancora molti aspetti da chiarire, è bene ricordare che l’AFM continua a essere una malattia estremamente rara. Negli Stati Uniti, per esempio, interessa meno di una persona su un milione, e parliamo degli anni in cui i casi registrati sono stati più alti. Le raccomandazioni per ridurre i rischi, fino a quando se ne saprà qualcosa di più, sono quelli classici contro le malattie contagiose: far lavare spesso le mani ai propri bambini, assicurarsi che siano in regola con le vaccinazioni e utilizzare repellenti contro le zanzare, nel caso in cui i sintomi siano scatenati dal virus del Nilo occidentale.