Mary Bono si è dimessa da direttrice della federazione statunitense per la ginnastica, a soli quattro giorni dalla nomina

(Justin Sullivan/Getty Images)
(Justin Sullivan/Getty Images)

Mary Bono si è dimessa dall’incarico di direttrice ad interim della federazione sportiva statunitense per la ginnastica, a cui era stata nominata soltanto quattro giorni fa, il 12 ottobre. Bono, che è un’ex deputata del Partito Repubblicano, ha detto di aver ricevuto “attacchi personali”. Era stata chiamata dopo il caso Larry Nassar, l’ex medico della Nazionale statunitense di ginnastica e dell’Università del Michigan che è stato condannato con tre diverse sentenze per aver molestato e abusato sessualmente negli ultimi vent’anni centinaia di atlete donne e bambine.

Gli “attacchi personali” di cui ha parlato Bono hanno a che fare con il fatto che diverse atlete abusate da Nassar, tra cui Aly Raisman, medaglia d’oro olimpica nel 2012 e nel 2016, hanno fatto notare come Bono fosse legata allo studio legale Faegre Baker Daniels, che aveva difeso la federazione proprio nel caso Nassar. «Perché nominare un associato allo studio che ha contribuito a coprire i nostri abusi?». Raisman ha aggiunto che lei e le sue compagne di squadra avevano denunciato Nassar già nel 2015 – «Sappiamo che l’USOC (il comitato olimpico degli Stati Uniti, ndr) e gli avvocati di Faegre Baker Daniels erano stati avvertiti già allora» – eppure Nassar restò al suo posto ancora per diversi mesi. Raisman ha citato in giudizio sia la federazione statunitense di ginnastica che il Comitato Olimpico.

Un’altra vittima di Nassar, Kaylee Lorincz, ha criticato Bono su Twitter con lo stesso argomento: «Devi spiegarmi perché tu e il tuo ufficio avete permesso a Larry (Nassar) di abusare di me nel 2016, dopo essere stati informati che aveva abusato di altre ragazzine». Bono lo scorso mese è stata anche criticata per aver preso posizione contro Nike dopo la campagna pubblicitaria con Colin Kaepernick, il giocatore di football diventato famoso nel 2016 perché si inginocchiava durante l’inno nazionale per protestare contro l’oppressione delle minoranze negli Stati Uniti, e che da allora non ha più trovato una squadra.