Cosa dice il ministro Tria sul DEF e sul deficit al 2,4%

Che è il risultato di una mediazione «non da poco», e che non ha mai minacciato di dimettersi

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dato un’intervista al Sole 24 Ore in cui ha spiegato la sua versione sull’approvazione del DEF da parte del Consiglio dei Ministri, e soprattutto sull’accordo raggiunto per portare il deficit al 2,4 per cento dei prossimi tre anni, una manovra commentata con preoccupazione da molti esperti e analisti. Tria è considerato uno dei ministri più moderati del governo, e da tempo i giornali raccontano di una sua opposizione a un aumento così significativo del deficit, tanto che si era parlato delle sue possibili dimissioni. Tria ha smentito, al Sole:

Sono ministro di un governo, e come tale sono un politico. Non ho mai minacciato le dimissioni. Il deficit al 2,4% è frutto di una negoziazione politica, e assicuro che c’è stata una mediazione e non da poco.

Tria ha poi cercato di rassicurare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri aveva ricordato l’importanza costituzionale «dell’equilibrio di bilancio e della sostenibilità del debito pubblico». Tria ha assicurato che c’è un «confronto continuo con il Quirinale». Ha poi negato che il DEF sia una provocazione nei confronti delle autorità europee:

Non si tratta assolutamente di una sfida all’Europa. Può non esserci una coincidenza di valutazione su come operare in modo anticiclico in una fase di frenata dell’economia, ma è essenziale dare una prospettiva chiara a famiglie e investitori per evitare effetti prociclici. Se questo viene compreso, si può aprire una discussione e il giudizio sul 2,4% può cambiare.