La versione di Soon-Yi Previn

La moglie di Woody Allen lo ha difeso dalle accuse di molestie e ha detto cose pesanti su Mia Farrow, cioè la sua madre adottiva e l'ex compagna di Allen

(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Il 16 settembre Vulture ha pubblicato un lungo articolo in cui Soon-Yi Previn – moglie di Woody Allen e figlia adottiva di Mia Farrow, ex compagna di Allen – ha parlato del suo rapporto con loro e delle accuse di molestie sessuali che Dylan Farrow, figlia di Mia Farrow, ha rivolto più volte a Woody Allen: accuse che non sono state ritenute sufficientemente credibili in un processo fatto negli anni Novanta, e che Previn respinge come false. Previn e Allen sono sposati dal 1997, ma finora lei non aveva mai commentato pubblicamente la vicenda; ha detto di averlo fatto perché le accuse nei confronti di Allen sono «sconvolgenti e ingiuste», e ha descritto la madre adottiva, Mia Farrow, come una persona crudele e violenta.

La storia delle accuse di Mia e Dylan Farrow a Woody Allen è vecchia e complicata, e se ne è tornati a parlare negli ultimi mesi in seguito al movimento #metoo. Le accuse sono rese ancora più complicate dal fatto che quella di Allen, Mia Farrow, Dylan Farrow e Soon-Yi Previn è una famiglia allargata e oggettivamente atipica. Prima di parlare dell’intervista, quindi, è il caso di riassumere brevemente com’è fatta questa famiglia.

La famiglia Allen-Farrow
Allen e Mia Farrow (famosissima attrice, protagonista di molti film di Allen) cominciarono la loro relazione nel 1980, ma non si sposarono mai né convissero. All’epoca del loro incontro Farrow era già stata sposata con il cantante Frank Sinatra e con il compositore e direttore d’orchestra André Previn. Quando conobbe Allen, Farrow aveva avuto tre figli biologici con Previn e ne aveva adottati altri quattro: una di loro era Soon-Yi Previn, che è di origine sudcoreana e aveva tra i sei e gli otto anni (non si conosce con esattezza la sua data di nascita). Dylan Farrow fu adottata nel 1985 ma la adottò solo Mia Farrow, dato che non era sposata e non conviveva con Allen.

Nel 1992 Mia Farrow scoprì che Allen aveva una relazione con Soon-Yi Previn, che all’epoca aveva tra i 19 e i 22 anni. Mia Farrow lo venne a sapere trovando in casa una foto, scattata da Allen, in cui Previn era nuda. Molti giornali commentarono la notizia parlando di incesto, ma Allen e Previn non hanno legami biologici e Allen ha sempre negato di essere stato una figura genitoriale per Previn e per gli altri figli di Farrow adottati durante il matrimonio con André Previn. Soon-Yi Previn e Allen sono sposati dal 1997 e stanno insieme da allora.

Nel 2014 Dylan Farrow, sostenuta dalla madre Mia Farrow, raccontò al New York Times che Allen l’aveva molestata nel 1992 (ci furono un’indagine e un processo, che non trovò riscontri per questa accusa) e sostenne che Allen aveva usato la sua relazione sessuale con Soon-Yi Previn per coprire la storia dei comportamenti inappropriati che aveva con lei. Allen ha sempre negato le accuse.

L’articolo di Vulture con la versione di Soon-Yi Previn
Previn ha raccontato che non ebbe alcun rapporto padre-figlia con Allen. Anzi, ha detto che all’inizio lo odiava, perché era il compagno di una madre che lei riteneva crudele (e si chiedeva quindi come potesse lui andarci d’accordo). Ha spiegato che crescendo lei e Allen iniziarono a passare del tempo insieme e che lui la baciò dopo che avevano visto insieme un film di Ingmar Bergman, intorno alla fine del 1991. Previn ha aggiunto che secondo lei Mia Farrow «ha voluto sfruttare il movimento #metoo per far passare Dylan come una vittima» e che durante la sua vita la trattò male, facendo differenze tra i suoi figli biologici e quelli adottivi.

Previn ha raccontato di essere stata schiaffeggiata e che Mia Farrow più volte le tirò contro degli oggetti (per esempio i cubi con le lettere per imparare l’alfabeto, quando lei dimostrava problemi di apprendimento); in un’occasione, ha raccontato, la minacciò di portarla in un manicomio. Previn ha detto che Mia Farrow la tenne anche a testa in giù, tenendola per i piedi, perché era convinta che facendole arrivare più sangue alla testa l’avrebbe resa più intelligente. Ha anche raccontato che il giorno del suo primo bagno – dopo essere stata adottata aveva paura della vasca, non essendo abituata a fare il bagno da sola – Mia Farrow la lanciò nella vasca. Il lungo articolo contiene insomma molte accuse e critiche a Mia Farrow, simili a quelle che già le rivolse Moses Farrow, un altro suo figlio adottivo.

C’è però chi ha criticato le modalità delle interviste che stanno alla base dell’articolo – sono state fatte spesso in presenza di Woody Allen – e il fatto che a scriverlo sia stata Daphne Merkin, che in passato ha criticato il movimento #metoo (per esempio perché «toglie l’eros al sesso») e che, come dichiara lei stessa nell’articolo, è amica di Allen da decenni. La critica è quindi che l’intervista possa essere stata pilotata da Allen e fatta con un’intervistatrice benevola. Christina Cauterucci ha anche fatto notare su Slate che Previn sembra avere un’ottima memoria di eventi riguardanti il rapporto con Mia Farrow e di essere invece molto più vaga quando parla del rapporto con Allen.

Le reazioni degli interessati
Per ora Mia Farrow non ha risposto direttamente alle accuse di Previn: sono però arrivate delle smentite alle accuse da parte di un suo portavoce. Alcuni suoi figli sono invece stati più diretti: Dylan Farrow ha pubblicato su Twitter un comunicato congiunto firmato da alcuni di loro. Tra gli altri c’è anche Ronan Farrow, figlio biologico che Mia Farrow ebbe ai tempi della sua relazione con Allen, ma che qualcuno dice essere figlio di Sinatra per via di una somiglianza fisica tra i due. Ronan Farrow è uno dei principali giornalisti che hanno indagato sui casi di molestie sessuali di Harvey Weinstein, pubblicando le sue inchieste sul New Yorker.

Nel comunicato i figli dicono di non aver visto nessuna delle cose di cui parla Soon-Yi Previn, e di stare dalla parte di Dylan e Mia Farrow.

Dylan Farrow ha anche pubblicato un personale comunicato in cui critica soprattutto la scelta di Vulture (che fa parte del New York Magazine) di far scrivere l’articolo a Merkin.