Il ministro dell’Ambiente francese, Nicolas Hulot, ha annunciato le sue dimissioni

Nicolas Hulot, Parigi, 22 agosto 2018 (Bertrand GUAY / AFP)
Nicolas Hulot, Parigi, 22 agosto 2018 (Bertrand GUAY / AFP)

Il ministro della Transizione ecologica e solidale, Nicolas Hulot, ha annunciato alla radio France Inter le sue dimissioni dicendo che non ha più intenzione di «mentire a sé stesso». Parlando delle proprie motivazioni, Hulot ha detto che di essere stato «lasciato solo» e che la questione dell’ambiente non è la priorità dell’attuale governo francese, mentre è un tema «che condiziona tutti gli altri»: «Poiché sono in un momento di verità … sì, questi ultimi dodici mesi sono stati una sofferenza, stavo per diventare un cinico. Mi sono sorpreso, in alcuni momenti, ad abbassare la soglia (…) e poi ho pensato che fosse ora di smettere».

Hulot ha parlato dei suoi contrasti con il ministro dell’Agricoltura Stéphane Travert («Non posso passare il mio tempo a litigare con Stéphane Travert») e ha precisato di non aver ancora avvertito della sua decisione né il primo ministro Edouard Philippe né il presidente Emmanuel Macron: «È una decisione fra me e me». Facendo riferimento a Macron, Hulot ha poi aggiunto: «Spero che possa imparare [dalle mie dimissioni]. Spero che questo gesto sia utile, in modo che ciascuno si faccia una domanda sulle proprie responsabilità».

Dopo l’annuncio di Hulot, il portavoce del governo Benjamin Griveaux, intervistato su BFM-TV, ha criticato il modo delle dimissioni: «Penso che la più elementare delle cortesie sarebbe stata avvertire il presidente della Repubblica e il primo ministro». Gli ecologisti hanno invece fatto sapere che le dimissioni di Hulot sono la conseguenza dell’assenza di una reale politica ecologica dell’attuale governo.

Nicolas Hulot è un giornalista e ambientalista ed era alla sua prima esperienza di governo. Hulot, scrive Le Monde, ha dovuto accettare molte decisioni contrarie alle sue convinzioni, e questo al di là di alcune vittorie simboliche che invece gli sono state concesse, come l’abbandono del progetto dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, il divieto dell’estrazione di idrocarburi (petrolio e gas) in Francia entro il 2040 o il divieto progressivo dell’uso del glifosato in agricoltura. Ma Hulot ha anche dovuto approvare il rinvio dell’obiettivo di ridurre la quota di energia nucleare per la produzione di elettricità, o l’entrata in vigore provvisoria del CETA, un importante accordo commerciale tra Canada e Unione Europea che era stato approvato nel 2017 dal Parlamento europeo. Recentemente, Nicolas Hulot aveva poi manifestato insofferenza per la presenza di Thierry Coste, un lobbista a favore della caccia, durante una riunione all’Eliseo in cui si parlava proprio di riforma della caccia. Coste è considerato in generale molto vicino a Macron.