Cosa sappiamo dell’incidente a Bologna

Una persona è morta e altre 70 sono rimaste ferite nell'esplosione di un'autocisterna dopo un tamponamento in autostrada

(LaPresse/Massimo Paolone)
(LaPresse/Massimo Paolone)

Poco prima delle 14 di lunedì, un’autocisterna che trasportava materiale infiammabile è esplosa violentemente sul raccordo tra le autostrade A14 e A1 tra Borgo Panigale e Casalecchio, a Bologna, provocando grossi danni per centinaia di metri in una zona densamente costruita e abitata della città. L’autocisterna è esplosa dopo aver preso fuoco per aver tamponato un camion fermo in coda nel traffico. Il suo autista, Andrea Anzolin, di 42 anni, è l’unica persona morta nell’incidente. Repubblica scrive che ci sarebbero 70 feriti, il Corriere della Sera parla di 68 persone. I giornali scrivono comunque che contando anche i feriti lievi si arriva a più di 100. Tra di loro ci sono anche 11 carabinieri e 2 agenti di polizia che erano intervenuti sul posto dopo l’incidente. Il Post non è riuscito a contattare la Prefettura di Bologna per una conferma sul numero di feriti.

Un video diffuso lunedì sera dalla polizia mostra l’incidente e la grande esplosione che lo ha seguito. L’incendio è cominciato immediatamente dopo lo scontro tra l’autocisterna e il camion in coda, l’esplosione è avvenuta alcuni minuti dopo quando diverse auto erano già riuscite ad allontanarsi dalla zona.

L’incidente è avvenuto dove il ponte del raccordo autostradale di Casalecchio passa sopra la via Emilia, che in quel tratto prende il nome di via Marco Emilio Lepido. Intorno ci sono due concessionarie d’auto – una della Fiat, una della Peugeot – e diversi edifici non più alti di cinque piani, con appartamenti, ristoranti, negozi e bar.

L’incendio che si è generato dopo l’incidente sull’autostrada è arrivato anche alle auto parcheggiate nei cortili delle due concessionarie e l’esplosione ha frantumato le finestre di tutte le case più vicine, ha divelto le persiane e piegato le serrande dei negozi al piano terra, ha raccontato sul Corriere della Sera Marco Imarisio.

Nessun audio può rendere la forza di quella prima esplosione. C’è un palazzo di edilizia popolare all’angolo tra la via Emilia e la via Celio che gli abitanti del quartiere chiamano il Colosseo, per via della sua forma particolare. Sono cinque piani che si affacciano su quella sopraelevata. Non c’è una finestra che sia rimasta intatta, neppure al pianterreno, neppure all’ultimo piano, il quinto. Le persiane di legno e acciaio verde sono sparse per un raggio di seicento metri quadrati. I locali della concessionaria sono sventrati, ridotti a una spelonca, del muro che divideva il salone dagli uffici amministrativi non restano che alcuni spuntoni alti al massimo venti centimetri. Tutto intorno, i segni di una strage per fortuna mancata.

Il tratto del ponte autostradale dove si trovava l’autocisterna quando si è incendiata ed è esplosa è crollato sulla strada sottostante. Il raccordo autostradale è stato chiuso, diverse case della zona sono state evacuate e i vigili del fuoco hanno ispezionato gli edifici più vicini all’autostrada per verificarne l’agibilità. Martedì mattina erano ancora in corso nel quartiere le ispezioni tecniche dei Vigili del Fuoco.

Non si conoscono ancora le cause dell’incidente che ha provocato l’esplosione. Dal video del tamponamento non si nota niente di anomalo nel comportamento di camion e automobili. Sembra che semplicemente l’autocisterna non abbia rallentato in tempo, schiantandosi contro il camion che la precedeva. L’autocisterna apparteneva a un’azienda di Lonigo, in provincia di Vicenza, e trasportava gpl. Repubblica ha parlato con Vincenzo Bua, direttore del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna, dove sono state portate quasi tutte le persone ferite. Bua ha spiegato che la maggior parte dei feriti ha ustioni di primo, secondo o terzo grado, ma che ci sono anche persone che sono state ferite da schegge o altri oggetti lanciati in aria dall’esplosione. I quattro ustionati più gravi sono stati trasportati in centri specializzati a Parma e Cesena, molti altri sono ancora ricoverati a Bologna. Nessuno dei feriti, scrive Repubblica, è in pericolo di vita.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in visita all’ospedale Bufalini di Cesena per incontrare due delle persone rimaste ustionate nell’incidente di ieri a Bologna
(ANSA/FILIPPO ATTILI/PALAZZO CHIGI)