La prima intervista di sempre alla madre di Osama bin Laden

Alia Ghanem ha parlato con il giornalista Martin Chulov, dopo anni di silenzio, e gli ha raccontato diverse cose dell'infanzia e della vita dell'ex capo di al Qaida

La madre di Osama bin Laden fotografata da David Levene del Guardian
La madre di Osama bin Laden fotografata da David Levene del Guardian

Alia Ghanem è la madre di Osama bin Laden, ex capo di al Qaida e organizzatore degli attentati terroristici a Washington e New York dell’11 settembre 2001.

Per molti anni Ghanem e gli altri membri della famiglia bin Laden che abitano ancora in Arabia Saudita non hanno dato interviste ai giornalisti che lo chiedevano: un po’ per reticenza loro, un po’ per l’opposizione della famiglia reale saudita. Lo scorso giugno, però, il giornalista del Guardian Martin Chulov, esperto di terrorismo e Medio Oriente, è riuscito a ottenere l’autorizzazione per incontrare Ghanem nella sua casa a Gedda, città portuale saudita che si affaccia sul Mar Rosso. Ghanem ha parlato di com’era bin Laden da piccolo, di come si fosse radicalizzato e fosse finito a combattere i russi in Afghanistan, e di tutto quello che è successo dopo, fino alla sua uccisione il 2 maggio 2011 ad Abbottabad, in Pakistan.

Chulov ha raccontato di avere incontrato Ghanem insieme agli altri suoi due figli, Ahmad e Hassan, e al suo secondo marito, Mohammed al-Attas, l’uomo che ha cresciuto Osama bin Laden fin dall’età di tre anni. L’incontro è avvenuto nella casa di Gedda che per generazioni è stata la residenza dei bin Laden, una delle famiglie più note e ricche di tutta l’Arabia Saudita. Nella stanza era presente anche una funzionaria del governo saudita, che però «non ha fatto alcun tentativo di influenzare la conversazione», ha specificato Chulov.

Osama bin Laden nacque a Riyad, in Arabia Saudita, il 10 marzo 1957. Sua madre divorziò da suo padre poco dopo la sua nascita: lei, Ghanem, veniva da una famiglia di alauiti di Latakia, città costiera siriana oggi roccaforte del regime alauita di Bashar al Assad, mentre lui era un ricco uomo d’affari della famiglia bin Laden, che nel corso della sua vita ebbe 11 mogli e 54 figli. Ghanem sposò il suo attuale marito, Mohammed al-Attas, all’inizio degli anni Sessanta. Da qualche tempo il membro della famiglia di cui si parla di più è il figlio minore di bin Laden, Hamza, che lo scorso anno fu inserito ufficialmente nella lista dei “terroristi” stilata dagli Stati Uniti perché parte di al Qaida, organizzazione terroristica oggi guidata dal medico egiziano Ayman al Zawahiri.

Secondo il racconto della madre, Ghanem, Osama bin Laden fu un «bravissimo ragazzo» fino a che non iniziò a studiare economia alla King Abdulaziz University di Gedda, dove si radicalizzò. «Le persone all’università lo cambiarono», ha detto la madre: «Divenne un uomo diverso». Una di queste persone fu Abdullah Azzam, membro dei Fratelli Musulmani che tempo dopo fu esiliato dall’Arabia Saudita e divenne mentore spirituale di bin Laden. Ghanem – che secondo uno dei suoi figli non ha mai accettato che Osama bin Laden fosse un terrorista, e ha sempre incolpato altri per i crimini da lui commessi – ha raccontato che bin Laden andava molto bene a scuola, gli piaceva studiare. E ha aggiunto:

«È stato un bravissimo ragazzo fino a che, a vent’anni, non ha incontrato gente che gli ha fatto il lavaggio del cervello. Lo puoi definire una setta. Ottenevano del denaro per la loro causa. Gli dicevo sempre di stare lontano da loro, e lui non ammetteva mai quello che stava facendo, perché mi amava moltissimo»

Ghanem ha raccontato che non pensò mai che suo figlio potesse diventare un jihadista. Quando lo capì, ne rimase sconvolta.

All’inizio degli anni Ottanta, bin Laden andò in Afghanistan a combattere contro i russi, che avevano occupato il paese nel 1979 e se ne sarebbero andati solo dieci anni dopo. Hassan bin Laden, uno dei fratelli di Osama, ha detto a Chulov: «Tutti quelli che lo incontravano in quel periodo lo rispettavano. All’inizio eravamo orgogliosi di lui. Anche il governo saudita lo trattava in un modo molto nobile e rispettoso. Poi Osama divenne un mujahid [termine che indica colui che combatte per Allah e per l’Islam]». «Sono molto orgoglioso di lui come fratello maggiore. Mi ha insegnato tanto. Ma non penso di essere orgoglioso di lui come uomo». Riguardo agli attentati dell’11 settembre, Hassan ha raccontato:

«Rimasi scioccato, sconvolto. Fu un sentimento molto particolare. Lo sapevamo fin dal principio [che era stato Osama], nelle prime 48 ore. Dal più giovane al più anziano, tutti ci vergognammo di lui. Tutti sapevamo che avremmo dovuto affrontare conseguenze terribili. La nostra famiglia all’estero fece ritorno in Arabia Saudita»

La famiglia di Osama bin Laden ha detto di averlo visto per l’ultima volta in Afghanistan nel 1999, due anni prima degli attentati alle Torri Gemelle. L’incontro avvenne vicino a Kandahar: «Era un posto vicino all’aeroporto che avevano conquistato dai russi. Era molto felice di vederci», ha raccontato Ghanem. Era passato un anno dagli attentati di al Qaida alle ambasciate americane in Tanzania e in Kenya, che fecero più di 200 morti. Osama bin Laden era già diventato l’obiettivo numero 1 dell’antiterrorismo mondiale.