Alessio Figalli ha vinto la medaglia Fields

È un importante premio della matematica, assegnato ogni 4 anni a qualcuno che abbia meno di 40 anni; l’unico italiano a vincerlo finora era stato Enrico Bombieri, nel 1974

(ANSA/WEB/WIKIPEDIA)
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Alessio Figalli, matematico italiano di 34 anni, ha vinto la medaglia Fields, spesso descritta come “il Nobel della matematica”. Tra i due premi c’è in realtà una grande differenza: le medaglie Fields (quattro in tutto) vengono assegnate ogni quattro anni a un matematico che abbia meno di 40 anni, mentre i premi Nobel ogni anno, senza limiti di età. Figalli ha studiato al liceo classico e poi alla Normale di Pisa, finendo il dottorato a 23 anni, e dal 2016 insegna al Politecnico di Zurigo. In precedenza aveva insegnato anche all’École Polytechnique di Parigi e all’università del Texas.

ANSA ha scritto che «Figalli è stato premiato per le ricerche nella teoria del trasporto ottimale, che si occupa del modo più economico per trasportare oggetti da un luogo a un altro, e agli studi sulle equazioni a derivate parziali e sulla probabilità». Come ha spiegato Kevin Hartnett su Quanta Magazine, gli studi di Figalli hanno «permesso di affinare la comprensione dal punto di vista matematico di svariate cose: dalla forma dei cristalli alla meteorologia, passando dal modo in cui il ghiaccio si scioglie in acqua.

Figalli, che ha pubblicato più di 140 articoli accademici, spiegò a Mestieri dei matematici come si fa a diventare matematico:

La scelta di diventare matematico raramente avviene da piccoli, dato che spesso le persone non immaginano neanche di poterne fare un lavoro. Nel mio caso, fin da piccolo mi piaceva la matematica però ho capito piuttosto tardi di avere una vera passione. A scuola gli esercizi di matematica mi riuscivano facilmente, ma era anche vero che facevo il liceo classico e quindi il programma non era molto difficile, specialmente comparato ad un liceo scientifico.

Figalli ha spiegato a Quanta che si iscrisse al classico perché così volevano i genitori e lui accetto: «Mi dissi “perché no?”. Poi al classico ci sono in genere più ragazze che allo scientifico, e la cosa contribuì a convincermi». Ha anche raccontato che, una volta al classico, si appassionò ancora di più alla materia grazie alle Olimpiadi della matematica, negli ultimi anni di liceo. Entrò alla Normale, un’università considerata molto difficile con una preparazione da liceo classico, senza nemmeno sapere come calcolare una derivata. Luigi Ambrosio, uno dei suoi professori, ha spiegato che recuperò molto in fretta il divario con gli altri e, dopo essersi messo in pari, iniziò a eccellere. Riuscì poi a finire la triennale in meno tempo del previsto, laureandosi nel novembre 2004, a 20 anni:

Grazie ai miei studi ho avuto la fortuna di scoprire cosa sia veramente la matematica. Infatti la visione che spesso ne otteniamo durante il periodo scolastico è quella di una materia arida, fatta di regole fisse ed immutabili che sono state stabilite da centinaia di anni. Questo è assolutamente falso: la matematica è una disciplina in continua evoluzione ed il matematico è una persona creativa che cerca di trovare una soluzione a dei problemi spesso molto concreti. Basti pensare che senza gli studi matematici degli ultimi 150 anni non avremmo gli mp3, i GPS, la televisione, la crittografia per i bancomat, i motori di ricerca come google, le tac e le risonanze magnetiche, ecc.

Su Quanta, Kevin Hartnett ha anche spiegato cosa sono gli studi di Figalli. Iniziano da un problema che si pose Gaspard Monge, un matematico a cui Napoleone Bonaparte chiese di ottimizzare il trasporto di materiali per delle fortificazioni. Più di un secolo dopo (negli anni Quaranta del Novecento) si pose lo stesso problema, in senso matematico, anche l’economista Leonid Kantorovich. Il problema, noto anche come problema di Monge-Kantorovich, è stato ripreso negli anni Ottanta e Novanta. Ambrosio ha spiegato che è difficile perché «hai infiniti gradi di libertà e solo con strumenti di matematica avanzata puoi liberarti di questa infinita dimensionalità e trovare una soluzione sensata».

Le medaglie Fields sono state istituite nel 1936 e chiamate in questo modo in onore del matematico canadese John Charles Fields, che finanziò un fondo per la loro assegnazione. La medaglia raffigura nel dritto il volto dello scienziato greco Archimede, nel rovescio una iscrizione in latino traducibile così: “I matematici convenuti da tutto il mondo hanno ricevuto [questa medaglia] dopo notevoli studi”. L’annuncio dell’assegnazione a Figalli della medaglia Fields è stato fatto a Rio de Janeiro, in Brasile, all’apertura del Congresso internazionale dei matematici. Finora solo un altro italiano aveva vinto questo premio: Enrico Bombieri, nel 1974.