• Mondo
  • Giovedì 26 luglio 2018

Le ultime sugli incendi in Grecia

I morti sono 81, ci sono decine di dispersi e iniziano a circolare molte critiche su come la situazione sia stata gestita e non prevenuta

Neos Voutzas, 26 giugno 2018 (ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images)
Neos Voutzas, 26 giugno 2018 (ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images)

Gli incendi che da lunedì si sono sviluppati in un’ampia area di territorio vicino ad Atene, in Grecia – e che sono ormai sotto controllo – hanno causato la morte di 81 persone, ma ci si aspetta che il numero aumenti poiché risultano ancora decine di dispersi. Il sindaco di Rafina, una delle zone più colpite, ha detto alla BBC che i morti potrebbero essere più di 100 e i funzionari dei vigili del fuoco hanno già avvisato la popolazione che alcuni dei dispersi potrebbero essere morti.

Non ci sono dati certi sulle persone di cui non si hanno notizie: i vigili del fuoco hanno fatto sapere di aver ricevuto molte chiamate, ma hanno anche detto di non essere stati in grado di fare una verifica sul numero esatto. Da ore proseguono le ricerche: la Guardia costiera sta pattugliando il mare e le coste, mentre le squadre di soccorso stanno lavorando a terra, cercando soprattutto all’interno di case e automobili.

I giornali internazionali si stanno occupando in particolare della scomparsa di due gemelle di nove anni, Sophia e Vasiliki Filippopoulou. Quando sono iniziati gli incendi si trovavano in vacanza con i nonni e, secondo le notizie che sono circolate, erano state salvate da un pescatore locale, ma poi sono scomparse: il padre ha detto di averle riconosciute in un video in televisione. La storia non è comunque chiara: il pescatore ha detto di non aver salvato minori non accompagnati e un altro uomo ha detto che le bambine mostrate in televisione erano le sue figlie.

Secondo le ultime informazioni del ministero della Salute, su 180 feriti circa, almeno 60 risultano ancora ricoverati in ospedale e 11 di loro sono in condizioni critiche. Nel frattempo, mercoledì 25 luglio, al laboratorio del dipartimento di medicina legale dell’Università di Atene è iniziato il processo di identificazione delle persone morte che, hanno spiegato i responsabili, sarà lungo e difficile.

I primi incendi si erano sviluppati nella giornata di lunedì 23 luglio nella periferia di Atene, lungo la costa, sia a ovest che a nord-est, dove hanno sede numerosi resort per le vacanze. La siccità e i forti venti hanno contribuito martedì a farli crescere, portandoli a bruciare oltre 20 chilometri quadrati di territorio. Si stima che almeno 2.500 case siano state distrutte. Il primo ministro Alexis Tsipras ha dichiarato tre giorni di lutto e uno stato di emergenza in Attica, dicendo che tutti i servizi di soccorso sono stati mobilitati. Ha spiegato anche che sono stati predisposti un sostegno finanziario per le persone colpite e delle agevolazioni fiscali. Terminata l’emergenza, ha aggiunto, saranno necessari degli accertamenti per verificare le responsabilità: la Corte Suprema ha già avviato un’indagine perché il sospetto è che gli incendi siano stati dolosi. Il portavoce del governo ha fatto sapere che lunedì sono stati appiccati contemporaneamente quindici incendi su tre diversi fronti nella zona di Atene.

Nel frattempo, hanno cominciato a circolare molte critiche su come il governo e i servizi di emergenza hanno gestito la situazione e sul fatto che, chiaramente, non esistesse un valido piano di evacuazione. Un altro problema ha a che fare con la prevenzione: il fuoco si è sviluppato molto velocemente e, secondo alcuni esperti, non solo a causa del forte vento e della siccità, ma anche perché i boschi non erano stati adeguatamente puliti. Un ultimo problema ha a che fare con le case costruite nelle aree boschive in quelle zone di vacanza: il governo, in seguito alla crisi finanziaria del 2010 e alle conseguenti politiche di austerità, ha permesso ai proprietari di pagare semplicemente delle multe per sanare la situazione di quelle case costruite abusivamente. La mancanza di regole, di pianificazione e di un adeguato piano urbanistico potrebbe aver creato problemi agli interventi di emergenza e contribuito alla grande difficoltà di cui hanno parlato molti testimoni nel trovare una adeguata via di fuga dal fuoco.