Nel 2018 i profitti del gruppo del lusso LVMH sono cresciuti del 41 per cento

Il negozio di Louis Vuitton, controllato da LVMH, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano (Daniel Kalker/picture-alliance/dpa/AP Images)
Il negozio di Louis Vuitton, controllato da LVMH, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano (Daniel Kalker/picture-alliance/dpa/AP Images)

Il gruppo del lusso francese LVMH – che controlla aziende di moda come Louis Vuitton, Bulgari, Fendi, Givenchy, Kenzo e Loro Piana, di orologi come TAG Heuer, di alcolici come Moët & Chandon, di cosmetici come Sephora e di editoria come Les Échos e Le Parisienha pubblicato il rapporto finanziario dei primi sei mesi del 2018. I ricavi sono cresciuti del 10 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a 21,8 miliardi di euro, e gli utili di oltre 3 miliardi di euro, un aumento del 41 per cento; i profitti operativi sono di 4,6 miliardi. Un portavoce del gruppo ha detto che in sei mesi LVMH ha raggiunto gli stessi risultati dell’intero 2010.

Le vendite sono aumentate in tutte le aree geografiche e in tutte le categorie di prodotti, e sono state sorrette soprattutto dagli acquisti nel mercato cinese e dai soliti ottimi risultati di Louis Vuitton; la collezione di Virgil Abloh, nuovo direttore creativo della linea uomo, non è ancora in vendita e non ha quindi inciso sui risultati. Il suo arrivo è stato comunque citato come tra i motivi di soddisfazione del gruppo durante la conferenza stampa, insieme alla collezione maschile di Dior disegnata dal nuovo direttore creativo Kim Jones, alla nomina di Hedi Slimane come nuovo direttore creativo di Céline; e alla decisione di Meghan Markle di indossare un abito da sposa disegnato da Clare Waight Keller, direttrice artistica di Givenchy. Continua invece la crisi di Marc Jacobs, che ha perso denaro ma meno dell’anno scorso. Le prestazioni di Bulgari sono state definite «eccezionali» e sono andati bene anche i ricavi di Sephora.

LVMH è stato fondato nel 1987 a Parigi dall’imprenditore Bernard Arnault: ne è azionista unico e la controlla sia direttamente sia attraverso la società Christian Dior SE, di cui è proprietario e presidente.