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  • Lunedì 9 luglio 2018

Si è dimesso David Davis, il ministro britannico di Brexit

Ha detto che il governo di Theresa May ha una posizione troppo morbida nei confronti dell'Unione Europea e che lui non era più nelle condizioni di portare avanti i negoziati

(Wiktor Dabkowski/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Wiktor Dabkowski/picture-alliance/dpa/AP Images)

David Davis, il Segretario di Stato britannico per l’Uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, si è dimesso dal suo incarico per protesta contro l’accordo su Brexit approvato venerdì da tutti i ministri del governo della prima ministra Theresa May. Davis, che era stato nominato ministro nel 2016 poche settimane dopo il referendum su Brexit, è un convinto euroscettico ed era anche il principale negoziatore del Regno Unito con l’Unione Europea. Nella sua lettera di dimissioni ha detto che non condivideva più la linea del governo britannico su Brexit – che giudica troppo morbida – e che per questo non sarebbe più stato in grado di portare avanti i negoziati con l’Unione Europea.

In particolare, Davis ha detto che dopo l’accordo di venerdì scorso sarebbe stato molto difficile per lui portare a termine Brexit secondo il mandato che gli era stato inizialmente conferito, a causa della “progressiva diluizione” dei precedenti accordi di governo e delle troppe concessioni verso la permanenza nel mercato unico e nell’unione doganale dell’Unione Europea. Davis e i più convinti sostenitori di Brexit erano infatti a favore della cosiddetta “hard Brexit”, l’abbandono da parte del Regno Unito di tutte le istituzioni e di tutti i trattati dell’Unione Europea. Gli accordi di venerdì scorso riflettono invece posizioni molto più moderate nei confronti dell’Unione Europea e tra le altre cose prevedono la creazione di un’area di libero scambio fra Regno Unito ed Unione Europea – una via di mezzo fra la partecipazione al mercato unico e la sua esclusione – e procedure “facilitate” per la circolazione di persone all’interno dell’area.

Nella sua lettera di dimissioni presentata ieri a Theresa May, Davis ha detto di ritenere che posizioni di questo tipo spingeranno l’Unione Europea a fare ulteriori richieste al Regno Unito, rendendo di fatto inutile Brexit: gli accordi di venerdì, ha scritto, «consegnano il controllo di grandi ambiti della nostra economia all’Unione Europea, e non rappresentano un vero ritorno al controllo delle nostre leggi». Non è detto che queste proposte verranno poi accettate dall’Unione Europea – che deve ancora esprimersi ufficialmente sulla cosa – ma Davis ha detto che in ogni caso per poterle difendere con successo nel corso dei negoziati servirà qualcuno che ne sia un «entusiasta sostenitore» e non un «riluttante coscritto».

Le dimissioni di Davis creeranno al governo un problema pratico – qualcuno dovrà prendere il suo posto, alla svelta – e un problema più generale e politico. Per i più convinti sostenitori di Brexit Davis era la garanzia che il governo avrebbe mantenuto – nei limiti del possibile – una posizione dura e intransigente nei confronti della UE ed era la ragione per cui fino ad ora il governo era riuscito a ottenere il sostegno di tutta la maggioranza Conservatrice in Parlamento. Senza di lui le cose potrebbero complicarsi un po’ per Theresa May, che nelle prossime settimane dovrà affrontare il non facile compito di convincere i leader dell’Unione Europea ad accettare la sua proposta per Brexit, o quantomeno a non rifiutarla completamente.

Oggi May presenterà ufficialmente in Parlamento la proposta di Brexit su cui si è accordato venerdì il suo governo, poi in serata incontrerà i parlamentari conservatori in una riunione privata: dovrà convincerli a sostenere la sua idea di Brexit, visto che qualsiasi accordo raggiunto con l’Unione Europea dovrà comunque essere votato dal Parlamento britannico. I giornali britannici scrivono che i parlamentari Conservatori pro-Brexit stanno facendo piani per provare a sostituire May come leader del partito, ma per ora non sembrano esserci i numeri per un voto di sfiducia nei suoi confronti. Dalla sua parte May ha ancora Michael Gove, importante esponente del partito Conservatore e tra i più convinti sostenitori di Brexit. I giornali britannici scrivono che negli ultimi giorni è stato lui a convincere diversi ministri e parlamentari Conservatori a sostenere Theresa May, dicendo che la sua proposta è un buon compromesso per portare avanti i negoziati.