Il governo è un po’ troppo invadente con l’Istat

Il ministero dell'Economia ha annunciato un incontro per trovare una "sinergia" con l'istituto di statistica, che però dovrebbe rimanere terzo ed estraneo alla politica

La sottosegretaria al ministero dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli (Vincenzo Tersigni/ANSA)
La sottosegretaria al ministero dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli (Vincenzo Tersigni/ANSA)

Lunedì il ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso un breve comunicato stampa nel quale si annunciava l’avvenuto incontro tra la sua sottosegretaria Laura Castelli (M5S) e il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva. L’incontro ha suscitato diverse perplessità tra gli osservatori politici ed economici per i suoi fini, spiegati nello stesso comunicato:

Fare il punto sul processo di innovazione portato avanti dall’istituto e sulla sinergia necessaria da mettere in atto con la politica per il raggiungimento degli obiettivi del contratto di governo.

Il passaggio in cui si fa riferimento a una “sinergia” necessaria per “il raggiungimento degli obiettivi” del governo è inusuale, considerato che l’Istat mantiene una propria necessaria autonomia nei processi di analisi e di divulgazione dei dati statistici, che vengono poi utilizzati dalle istituzioni (italiane ed europee). Gli istituti di statistica mantengono solitamente una propria autonomia dalla politica e un ruolo terzo, che considerano una sacra premessa del loro lavoro: l’Istat si occupa di raccogliere e fornire dati, che vengono poi usati dal governo per le proprie valutazioni e le politiche da portare avanti.

La grande crisi economica della Grecia degli scorsi anni fu dovuta in parte proprio alla mancanza di autonomia dell’istituto nazionale di statistica greco, gestito per decenni con forti rapporti e condizionamenti da parte della politica e portato a truccare i veri dati finanziari sul paese, nascondendo lo stato dei conti e portando così al disastro dei primi anni Dieci. Negli anni della crisi economica greca, l’istituto fu reso più indipendente e su un modello simile a quello di altri istituti di statistica in giro per l’Europa, compreso il nostro.