Questi parassiti condizionano anche gli animali che non infettano

Una specie di vermi parassitari spinge i pesci che colonizza a farsi predare più facilmente dagli uccelli necessari alla sua riproduzione, e ci cascano anche i pesci sani

Esemplare di spinarello sezionato per mettere in evidenza la parassitosi (Craig Banner via Fish Pathogens)
Esemplare di spinarello sezionato per mettere in evidenza la parassitosi (Craig Banner via Fish Pathogens)

Osservando gli effetti di un verme parassitario, un gruppo di ricercatori in Germania ha scoperto la capacità di un parassita di condizionare non solo il comportamento degli organismi che colonizza, ma anche quello dei loro simili in modi sorprendenti e finora mai descritti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B e riguarda gli esemplari di Schistocephalus solidus, un verme parassitario con un ciclo vitale piuttosto complicato e che coinvolge diverse specie animali.

In generale i vermi parassitari sono piatti e lunghi, un po’ come una fettuccina, e hanno sulla testa uno o più piccoli uncini con i quali si ancorano nella parete interna dell’intestino dell’animale che infestano. Non fanno molto altro: se ne stanno lì ancorati a nutrirsi delle sostanze digerite dal loro inconsapevole ospite, crescendo spesso a dismisura, come nel caso della tenia che infetta esseri umani e altri mammiferi raggiungendo alcuni metri di lunghezza. La loro permanenza nell’intestino può essere pericolosa: sia perché causa una riduzione delle sostanze nutritive a disposizione dell’animale colonizzato, sia perché può causare emorragie interne e complicazioni che possono portare alla morte. Benché siano dotati di appena una manciata di neuroni, poi, alcuni di questi parassiti riescono a condizionare il comportamento dei loro ospiti, traendone ulteriori vantaggi.

Lo Schistocephalus solidus si riproduce nell’intestino degli uccelli acquatici, che ne disperdono le uova tramite le feci. Quando queste si schiudono, le larve infettano crostacei molto piccoli (copepodi), che a loro volta vengono mangiati dagli spinarelli, una famiglia di pesci piuttosto diffusa, e che popola soprattutto le acque dolci. Gli uccelli acquatici vanno ghiotti di questi pesci, quindi li mangiano completando il ciclo vitale dei vermi parassitari.

Da tempo i ricercatori sanno che questi parassiti, come altri, hanno la capacità di cambiare il comportamento dei loro ospiti. Nel caso degli spinarelli, li inducono a nuotare verso acque superficiali più calde, dove i vermi possono svilupparsi e crescere più rapidamente. Con meccanismi non ancora completamente chiari, la specie Schistocephalus solidus riesce inoltre a condizionare questi pesci fino a renderli molto più temerari e meno timorosi dei loro predatori, cioè gli uccelli acquatici, assumendosi molti rischi in più. Questo comportamento aumenta la probabilità di finire nel becco di un predatore, facendo il gioco dei vermi parassitari.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Münster ha messo alla prova le capacità della specie Schistocephalus solidus di condizionare gli spinarelli, eseguendo alcuni test di laboratorio. L’esperimento base era piuttosto semplice: inserire gli spinarelli in una vasca, indurli a risalire verso la superficie collocandovi del cibo e valutare poi la loro reazione davanti a un pericolo, in questo caso un finto uccello acquatico costruito col LEGO.

(Nicolle Demandt et al., PNAS)

I ricercatori hanno notato che i pesci con Schistocephalus solidus tendevano a rimanere in superficie anche dopo un primo attacco del finto predatore, mentre in un altro esperimento con spinarelli senza verme parassitario i pesci tendevano tutti a scappare e a rifugiarsi sul fondo della vasca. Le cose sono invece cambiate quando i ricercatori hanno riprovato l’esperimento utilizzando sia pesci sani sia con parassiti nella stessa vasca. In questo caso i pesci resi temerari dai vermi parassitari hanno indotto gli altri a rimanere verso la superficie, invece di fuggire e mettersi in salvo. Come molti altri animali che vivono in branco, anche gli spinarelli tendono a condizionarsi facilmente l’uno con l’altro: il comportamento di pochi viene notato a cascata dagli altri, facendo sì che i membri di un intero gruppo di pesci facciano le stesse cose e gli stessi movimenti. In generale questo comportamento offre qualche vantaggio nel gestire le situazioni di rischio, ma nel caso studiato dai ricercatori ha solo portato allo svantaggio di mettere tutti gli esemplari a rischio di essere beccati dai predatori.

Questo comportamento collettivo, condizionato dagli spinarelli con vermi parassitari, costituisce un importante vantaggio per la specie Schistocephalus solidus: la maggiore presenza di pesci verso la superficie attira più facilmente gli uccelli acquatici, facendo aumentare la probabilità che alcuni di loro si nutrano dei pesci contenenti parassiti. I vermi in questo modo possono riprendere il loro ciclo vitale e continuare a diffondersi, approfittando anche dei pesci che non hanno colonizzato.