I cinque uomini condannati ad aprile in Spagna per aggressione sessuale sono usciti su cauzione

Una portesta contro la condanna del gruppo della Manada a Madrid, 4 maggio 2018
(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
Una portesta contro la condanna del gruppo della Manada a Madrid, 4 maggio 2018 (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

In Spagna si è tornati a parlare del caso della “Manada”, cioè del cosiddetto “branco di lupi”, come si chiamavano su un gruppo WhatsApp cinque uomini condannati ad aprile per aver aggredito sessualmente una donna di 18 anni durante la festa di San Firmino di Pamplona, nel luglio 2016. Il processo era stato al centro del dibattito pubblico spagnolo e aveva segnato una svolta nella percezione comune dei casi di violenza sessuale. La decisione della corte aveva provocato moltissime proteste: gli uomini erano stati condannati per aggressione e non per stupro perché la donna non si era opposta alla violenza – ripresa dai video di sorveglianza – ma aveva mantenuto un atteggiamento passivo: era stata giudicata una normale reazione di shock dai procuratori, ma la difesa aveva parlato di atteggiamento consenziente. Ora la corte regionale che ha condannato il gruppo ha concesso di liberarli su cauzione di seimila euro a testa in attesa della sentenza d’appello, spiegando che non hanno precedenti penali, non hanno il denaro per fuggire e vivono a più di 500 chilometri di distanza dalla vittima. Da giovedì, quand’è stata data la notizia, sono già state organizzate molte proteste in tutto il paese.

Il processo per stupro di cui si discute in Spagna