Campione d’Italia è nei guai

Il comune dell'exclave italiana in Svizzera ha milioni di euro di debiti, anche a causa del declino del noto casinò, e sarà commissariato

(KARL MATHIS ANSA-CD)
(KARL MATHIS ANSA-CD)

Il consiglio comunale di Campione d’Italia, una exclave italiana che si trova in territorio svizzero, ha dichiarato ufficialmente lo stato di dissesto finanziario: significa che non ha più soldi per svolgere le sue attività, e che a breve sarà commissariato dal ministero dell’Interno italiano. Le difficoltà finanziarie di Campione sono note da tempo: i debiti sono arrivati a 30 milioni di franchi svizzeri (circa 25 milioni di euro) e sono legati soprattutto alla progressiva diminuzione degli introiti del casinò locale, la principale attrazione locale.

Campione è legata al territorio italiano – e in particolare alla città di Milano, di cui era una specie di feudo – sin dal Medioevo. Nel 1861 fu annessa all’Italia grazie a un accordo con la Svizzera, e da allora ne ha sempre fatto parte. Il casinò aprì nel 1933 e divenne rapidamente la prima fonte di guadagno per la popolazione locale: fino a pochi anni fa gli affari andavano così bene che nel 2007 fu inaugurata una nuova sede del casinò, progettata dall’architetto svizzero Mario Botta e costata decine di milioni di euro.

Negli ultimi anni il casinò di Campione ha però risentito della crisi comune a tutto il settore del gioco d’azzardo, che per la maggior parte si è trasferito online, e i suoi gestori non sono riusciti a trovare soluzioni adeguate. Secondo Il Giorno, il casinò ha accumulato negli anni 11 milioni di euro di debiti e i conti sono talmente malmessi che a gennaio la procura di Como ha chiesto il fallimento dell’azienda. Da allora si parla di un piano drastico per licenziare un terzo dei dipendenti, passando da 492 a 336, per tentare di non chiudere l’intera attività.

I problemi del Comune sono legati in gran parte alle tasse che il casinò non ha mai versato, ma non solo. Ad oggi Campione ha circa 103 dipendenti comunali, considerati troppi per una popolazione di circa duemila abitanti. Il demanio locale dispone inoltre di un centinaio di appartamenti di proprietà comunale e di alcuni terreni, che evidentemente non sono stati sfruttati in maniera efficiente (e che probabilmente saranno venduti per fare cassa).

Il Comune aveva provato ad avviare un piano di dismissione degli appartamenti e soprattutto di Villa Mimosa, un’ampia proprietà comunale situata accanto al casinò, ma senza risultati concreti. Fra il 2015 e il 2016 si provò per due volte a venderla all’asta, ma entrambe le volte non fu trovato alcun acquirente.