Una gara di qualificazione dei 100 metri femminili ai Giochi del Commonwealth. (Cameron Spencer/Getty Images)

L’Australia sta cercando decine di atleti stranieri “scomparsi”

Circa 250 di quelli che hanno partecipato ai Giochi del Commonwealth hanno provato a rimanere nel paese chiedendo asilo, com'era già successo in passato

Circa 250 atleti internazionali che avevano partecipato ai Giochi del Commonwealth in Australia ad aprile sono rimasti sull’isola, cercando di ottenere asilo politico o nascondendosi in modo da farsi una nuova vita lontano dai propri paesi d’origine. Circa 50 atleti, ha detto il ministero degli Interni australiano, sono ricercati perché sostanzialmente “scomparsi”: se verranno ritrovati saranno messi in campi di identificazione e poi espulsi. Altri duecento hanno fatto richiesta di asilo politico. I visti che erano stati concessi agli atleti per partecipare ai Giochi sono scaduti lo scorso 15 maggio.

È un fenomeno piuttosto normale che, dopo eventi sportivi internazionali, atleti provenienti da paesi poveri, instabili o in guerra cerchino di rimanere nel paese ospitante. Ma quelli che ci hanno provato dopo i Giochi del Commonwealth sono molti di più della norma: dopo le Olimpiadi del 2012 a Londra, a cui parteciparono quasi 11mila atleti, provarono a rimanere in Inghilterra soltanto in 82. Ai Giochi del Commonwealth hanno partecipato meno di 5.000 atleti. Francois Etoundi, un sollevatore di pesi di origine camerunense, cercò e ottenne asilo politico in Australia dopo i Giochi del Commonwealth del 2006, e all’edizione di quest’anno ha gareggiato per l’Australia, vincendo la medaglia di bronzo.

Secondo i media australiani, la maggior parte degli atleti proviene da Camerun, Uganda, Ruanda e Sierra Leone. Alcuni di loro erano perseguitati religiosi, altri lo erano per motivi di orientamento sessuale, mentre ad altri era stato chiesto un qualche tipo di supporto e impegno politico da regimi oppressivi in cambio del permesso di gareggiare ai Giochi.

La maggior parte degli atleti che stanno provando a rimanere in Australia si è nascosta, cercando di tenere un profilo basso per non farsi rintracciare né dall’Australia né dal proprio paese d’origine. Qualcuno di loro non si è nemmeno presentato alle gare a cui doveva partecipare, e ha abbandonato i centri sportivi nella notte. A rendere più complicato e insieme notevole il loro tentativo c’è il fatto che l’Australia è un paese noto per il suo approccio duro e controverso all’immigrazione, per i respingimenti dei migranti che arrivano via mare da zone di guerra e per i suoi campi di detenzione dove secondo molti attivisti si compiono violazioni dei diritti umani.

Fin dai primi giorni dopo i Giochi del Commonwealth, il governo australiano ha insistito molto sulla necessità che gli atleti scomparsi non rimangano in Australia, parlando con toni allarmisti. Questo ha attirato le critiche di attivisti e avvocati per i diritti umani, che hanno ricordato che quello che sta succedendo non è niente di straordinario, e che gli atleti stanno soltanto rivendicando il proprio diritto a chiedere asilo.

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