Davigo dice che i garantisti «pensano soltanto a garantire i diritti dei delinquenti»

Lo ha detto a Marco Travaglio alla festa del "Fatto Quotidiano"

(Roberto Monaldo / LaPresse)
(Roberto Monaldo / LaPresse)

Sabato pomeriggio il noto magistrato Piercamillo Davigo ha presentato il suo ultimo libro In Italia violare la legge conviene alla festa del Fatto Quotidiano, intervistato da Marco Travaglio. La presentazione è durata circa due ore, in cui Davigo ha parlato di moltissime cose fra cui il nuovo governo, la nuova legge sulla legittima difesa e i problemi del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). A un certo punto, commentando il tema principale del suo libro, ha fatto una considerazione sul garantismo, cioè il concetto etico che protegge gli imputati dagli eventuali abusi di potere da parte delle autorità che conducono le indagini o il processo. Secondo Davigo:

«Tutti quelli che in questo paese dicono di essere garantisti pensano soltanto a garantire i diritti dei delinquenti. Ne sentissi uno che pensa di garantire i diritti delle persone per bene»

Davigo lascia intendere che il mondo sia diviso in “delinquenti” e “persone per bene”, e che i primi debbano avere meno diritti dei secondi. In Italia è la Costituzione a prevedere che tutti gli imputati davanti alla legge abbiano diritto a un giusto processo, e possano cioè avvalersi di tutti gli strumenti per difendersi adeguatamente davanti a un giudice imparziale.

Davigo ha 67 anni, diventò famoso per aver fatto parte del pool dell’inchiesta “Mani pulite” e di recente è stato anche presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Non è nuovo a dichiarazioni controverse: una volta, ad esempio, disse che «non esistono innocenti, ma solo colpevoli che non sono stati ancora scoperti».