Il ministro della Sanità palestinese ha deciso di non considerare la morte di una bambina di otto mesi tra quelle causate dall’esercito israeliano

I parenti della neonata palestinese morta il 14 maggio fotografati in un ospedale di Gaza City (Spencer Platt/Getty Images)
I parenti della neonata palestinese morta il 14 maggio fotografati in un ospedale di Gaza City (Spencer Platt/Getty Images)

Il ministro della Sanità della Striscia di Gaza ha rimosso il nome di una bambina di otto mesi dall’elenco delle persone uccise dall’esercito israeliano durante le proteste di queste settimane.

I genitori l’avevano portata in ospedale il 14 maggio sostenendo che avesse respirato del gas lacrimogeno lanciato dall’esercito israeliano per allontanare i manifestanti dal confine fra la Striscia di Gaza e Israele. All’arrivo in ospedale la bambina era già morta, e i medici credettero alla versione dei genitori. La sua storia finì su moltissimi giornali, anche internazionali. Nei giorni successivi però alcune inchieste di Associated Press e del New York Times hanno messo in dubbio la versione dei genitori, e ipotizzato che la bambina sia morta per le complicazioni di una patologia cardiaca di cui già soffriva.

Ieri un portavoce del ministro della Sanità della Striscia ha motivato l’esclusione della bambina dall’elenco delle persone uccise dall’esercito israeliano spiegando che è in corso un’inchiesta per capire cos’abbia causato la sua morte.