La UEFA ha respinto il “settlement agreement” proposto dal Milan

La società è stata rinviata a giudizio e rischia una pena massima che prevede l'esclusione dalla prossima edizione dell'Europa League

(Marco Rosi/Getty Images)
(Marco Rosi/Getty Images)

La UEFA – l’organo che governa il calcio professionistico europeo – non ha concesso al Milan il “settlement agreement”, una sorta di patteggiamento con il quale la società avrebbe potuto concordare le sanzioni e il percorso per rientrare nei parametri del Fair play finanziario (FFP). La decisione è stata presa dalla camera di investigazione dell’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA (CFCB), la commissione disciplinare che si occupa di garantire che le società di calcio rispettino il Fair play finanziario. L’UEFA ha scritto che «la camera di investigazione è del parere che permangano ancora incertezze sul rifinanziamento del prestito e sul rimborso delle obbligazioni da effettuare entro ottobre 2018.».

Il Milan è stato rinviato a giudizio a metà giugno: rischia il blocco del mercato, l’impossibilità di far giocare in Europa i nuovi giocatori acquistati o, nella peggiore delle ipotesi, l’esclusione dalla prossima edizione della Europa League.

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Nel dicembre 2017 la UEFA aveva respinto il “Voluntary Agreement” con il quale la dirigenza del Milan intendeva evitare le sanzioni previste per la violazione del Fair play finanziario (FFP). Il “Voluntary Agreement” in questione consisteva nel piano finanziario presentato dalla proprietà cinese del Milan per il raggiungimento di oltre 500 milioni di euro di ricavi complessivi nei successivi cinque anni: un piano con il quale il Milan prevedeva di rientrare nei parametri finanziari ed economici imposti dalla UEFA ai club europei.