La guida all’Eurovision 2018

È di nuovo quel periodo dell'anno in cui parliamo di balletti improbabili e hit cipriote: i partecipanti, i favoriti e le altre cose da sapere, messe in fila

(J'rg Carstensen/picture-alliance/dpa/AP Images)
(J'rg Carstensen/picture-alliance/dpa/AP Images)

Stasera c’è la prima semifinale della 63esima edizione dell’Eurovision, conosciuto in Italia anche come Eurofestival. Si tratta del più grande concorso musicale al mondo, organizzato dall’Unione europea di radiodiffusione (EBU). L’edizione di quest’anno  si svolge a Lisbona, visto che l’anno scorso nell’edizione tenuta in Ucraina aveva vinto il portoghese Salvador Sobral con la canzone “Amar pelos dois”.

Dopo una diffusa popolarità negli anni Settanta e Ottanta, negli ultimi anni l’Eurovision è tornato a essere molto seguito anche in Italia: è uno di quegli appuntamenti della cultura pop per il quale si organizzano visioni di gruppo, e sul quale vedrete probabilmente molti commenti sui social network. È l’evento non sportivo più seguito al mondo, per capirsi: si parla di alcune centinaia di milioni di spettatori totali.

Le serate dell’Eurovision saranno tre: stasera e giovedì ci saranno le semifinali, trasmesse in Italia da Rai 4 (dalle 20.50), e sabato sera ci sarà la finale, trasmessa su Rai 1. Per l’Italia, dopo che l’anno scorso Francesco Gabbani e la sua “Occidentali’s Karma” avevano fatto sperare molti in una vittoria (arrivò invece sesto), parteciperanno Fabrizio Moro ed Ermal Meta, con la canzone vincitrice dell’ultimo Sanremo “Non ci avete fatto niente”.


È una classica esibizione da Eurovision quando sul palco non si riesce più a riconoscere chi sta cantando e chi sta impersonando una barca.

Chi partecipa
Ci sono 43 paesi in gara quest’anno, tra i quali è tornata la Russia, che l’anno scorso non aveva partecipato perché il concorso si era tenuto in Ucraina, che per giunta l’anno prima aveva vinto con una canzone, “1944” di Jamala, che parlava della deportazione dei tatari di Crimea ad opera di Iosif Stalin. Quest’anno ha rischiato di non poter partecipare la Macedonia, perché la sua rete televisiva nazionale non aveva versato il contributo economico all’EBU: poi la situazione si è risolta. Dal 2015 partecipa anche l’Australia, in quanto paese non europeo dove l’Eurovision è storicamente più popolare.

Chi lo organizza e chi lo presenta
L’Eurovision è uno spettacolo televisivo enorme, complesso e costoso, come probabilmente nessun altro in Europa: per questo ci sono grosse responsabilità per la  rete nazionale che se ne occupa. Quest’anno tocca a RTP, la televisione pubblica portoghese, affiancata da una società di produzione svedese. I conduttori sono interni alla rete: Sílvia Alberto, Filomena Cautela e Catarina Furtado, insieme all’attrice Daniela Ruah, che forse avete visto in NCIS: Los Angeles. In Italia, l’Eurovision sarà commentato in diretta dalla conduttrice Carolina Di Domenico e dal comico Saverio Raimondo.


Vi ricordate? L’anno scorso dedicammo molto più tempo di quanto oggi siamo disposti ad ammettere a parlare del cosiddetto “Epic Sax Guy”, lui.

Come sono suddivise le serate
Alle semifinali si esibiscono tutti i paesi tranne i Big Five, cioè Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna, che sono quelli storicamente con i punteggi migliori e soprattutto le nazioni che contribuiscono di più economicamente all’EBU. A loro si aggiunge il Portogallo, in quanto nazione ospitante. I sei paesi partecipano direttamente alla finale di sabato, e votano quali tra le 37 semifinaliste passeranno il turno. Ci sono 20 posti: passano i primi dieci paesi delle due semifinali, e gli altri 17 saranno eliminati.

Nella semifinale di martedì si esibiscono 19 paesi:  Azerbaijan,  Islanda,  Albania,  Belgio,  Repubblica Ceca,  Lituania,  Israele,  Bielorussia,  Estonia,  Bulgaria,  Macedonia,  Croazia,  Austria,  Grecia,  Finlandia,  Armenia,  Svizzera,  Irlanda e  Cipro.
Votano anche Portogallo, Spagna e Regno Unito.

Nella semifinale di giovedì si esibiscono 18 paesi:  Norvegia,  Romania,  Serbia,  San Marino,  Danimarca,  Russia,  Moldavia,  Paesi Bassi,  Australia,  Georgia,  Polonia,  Malta,  Ungheria,  Lettonia,  Svezia,  Montenegro,  Slovenia e  Ucraina.
Votano anche Francia, Germania e Italia.

Significa che il primo televoto disponibile per noi sarà giovedì: da quanto hanno scritto i siti specializzati, la Rai ha ottenuto questa concessione perché non voleva che la semifinale col televoto italiano si sovrapponesse alla finale di The Voice, il talent musicale, che era inizialmente prevista per stasera ma alla fine è stata comunque spostata a giovedì.


L’Italia ha vinto due volte: nel 1964 a Copenhagen con Gigliola Cinquetti e nel 1990 a Zagabria con Toto Cutugno.

Come funziona il voto
È complicato. Alle due semifinali votano i paesi coinvolti più i tre speciali (i Big Five più quello ospitante), mentre alla finale votano tutti i paesi partecipanti. Ogni paese assegna un punteggio a ogni canzone, tranne quella del proprio paese: al 50 per cento il giudizio tiene conto di quello ottenuto con il televoto e al 50 per cento di quello proposto da una giuria di esperti. In questo modo vengono determinate prima le canzoni semifinaliste che accedono alla finale, e poi quella vincitrice.

Spesso si parla di “geopolitica” dell’Eurofestival, e non è un’esagerazione: puntualmente, infatti, paesi storicamente amici si favoriscono a vicenda, e paesi rivali si pestano i piedi. L’Italia è tradizionalmente favorita dai voti dell’Albania, mentre tendono a darsi il massimo dei punti anche Regno Unito e Irlanda, o Turchia e Azerbaijan, o Grecia e Cipro. I voti della Bosnia ed Erzegovina spesso si ripartiscono tra Turchia (la componente musulmana) e Serbia (la componente ortodossa). Questo meccanismo diventa evidente soprattutto quando una canzone molto forte, come “1944” di Jamala del 2016, viene votata da tutti tranne che dai paesi rivali (in quel caso, la Russia e i suoi alleati). Per lo stesso motivo, spesso in passato ci sono stati boicottaggi e marette diplomatiche: quest’anno invece no, almeno per ora.


Nel 2012 le seconde classificate furono le Buranovskiye Babushki, un gruppo di musica popolare della regione russa dell’Udmurtia, composto perlopiù da ultrasettantenni. Eurovision being Eurovision.

Chi sono i favoriti quest’anno
I bookmakers, che sono le fonti più affidabili per farsi un’idea dell’aria che tira per quanto riguarda i favoriti, sono divisi tra Cipro e Israele. Per Cipro partecipa Eleni Foureira, con la canzone “Fuego”. In realtà, come capita ogni tanto, Foureira non è cipriota: è nata in Albania e cresciuta in Grecia. Ha 31 anni e ha provato diverse volte a rappresentare la Grecia all’Eurovision, senza essere scelta. La sua vittoria è data a 3,5: se si scommette un euro, cioè, se ne vincono 3,5.

Israele invece ci prova con la cantante Netta Barzillai e la canzone “Toy”. Barzillai ha 25 anni e non ha ancora avuto una vera carriera, ma si è fatta conoscere partecipando alle selezioni televisive israeliane per l’Eurovision. La sua vittoria è data a 4.

Un po’ staccate, più o meno con le stesse quotazioni (1 a 7), ci sono la Norvegia e l’Estonia. La prima ha voluto andare sul sicuro partecipando con Alexander Rybak, che porta la canzone “That’s How You Write a Song” e aveva già vinto nel 2009 con “Fairytale”.

L’Estonia invece prova la carta “Il Volo”: partecipa con la cantante Elina Netšajeva, che porta la canzone “La Forza”, un brano lirico con testo in italiano.

Dietro ci sono la Francia, che partecipa con la cantante Madame Monsieur che porta “Mercy”; la Repubblica Ceca, con Mikolas Josef e “Lie To Me”; la Bulgaria, con gli Equinox e “Bones”. L’Italia non è messa male: Moro e Meta sono dati più o meno a 35, ottavi o noni nella classifica dei favoriti secondo i bookmakers.