Cos’ha detto Di Maio sulla democrazia rappresentativa

Parlando a Lucia Annunziata ha suggerito che vada sostituita con "qualche altra cosa", per poi precisare che non intende nulla di "eversivo"

Luigi Di Maio durante la trasmissione di Rai 3 "Mezz'ora in più", il 6 maggio 2018
Luigi Di Maio durante la trasmissione di Rai 3 "Mezz'ora in più", il 6 maggio 2018

Durante la trasmissione Mezz’ora in più, trasmessa su Rai 3 e condotta da Lucia Annunziata, è andata in onda un’intervista al capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Buona parte dell’intervista ha riguardato le consultazioni indette domani da Sergio Mattarella per cercare di formare un nuovo governo a circa due mesi dal voto.  Parlando della possibilità che il centrodestra e il centrosinistra si mettano d’accordo per fare un governo da soli – possibilità finora evocata solo dai giornali – Di Maio ha fatto alcuni commenti molto duri lasciando intendere che considererebbe illegittimo un governo formato senza il M5S, che lui considera “la prima forza politica”:

«Se la democrazia rappresentativa fallisce – dicendo a un movimento come il nostro “andatevene fuori perché siete il Movimento 5 Stelle” e non “perché non avete i voti”, perché siamo la prima forza politica – e allora dovremo inventarci qualche altra cosa».

La democrazia rappresentativa è un principio per cui non sono gli elettori in persona a votare i singoli provvedimenti legislativi, ma dei loro rappresentanti scelti tramite un’elezione. Il M5S promuove da tempo l’uso della democrazia diretta, un sistema piuttosto radicale che punta ad eliminare le figure intermedie come appunto i rappresentanti regolarmente eletti – con tutti i rischi di manipolazione delle masse che comporta – oppure che questi debbano limitarsi a seguire la “volontà popolare” (che nell’idea di Di Maio sarebbe un governo composto dal solo M5S, visto che alle ultime elezioni politiche è stato il partito più votato). Di Maio ha poi cercato di tranquillizzare Annunziata, spiegando che comunque il M5S non ha in mente «niente di eversivo».

Nell’intervista, Di Maio ha anche aperto nuovamente a un accordo con la Lega, nonostante due settimane fa lo avesse escluso definitivamente. Rivolgendosi a Matteo Salvini, ha detto:«Insieme possiamo scegliere un presidente del Consiglio dei ministri che non sia io».

La nuova apertura di Di Maio non risolve però il punto su cui Di Maio e Salvini si scontrano da settimane: l’inclusione o meno di Silvio Berlusconi e Forza Italia nell’accordo fra M5S e Lega. Salvini vuole coinvolgerli, Di Maio dice di non essere disposto a farlo.