Come funzionano i varchi per i turisti a Venezia

È in corso la sperimentazione delle nuove misure pensate per deviare i flussi di turisti e diminuire l'affollamento nella zona della stazione e a San Marco

Il secondo varco, posto all'inizio di Lista di Spagna, accanto al Ponte degli Scalzi (LaPresse)
Il secondo varco, posto all'inizio di Lista di Spagna, accanto al Ponte degli Scalzi (LaPresse)

Da sabato 28 aprile a martedì 1 maggio a Venezia verranno sperimentati i nuovi sistemi di deviazione dei flussi di turisti. Su ordinanza del sindaco Luigi Brugnaro, due varchi d’accesso sono stati installati in due punti della zona che comprende piazzale Roma – il capolinea dei mezzi pubblici – e la stazione Santa Lucia: il primo si trova ai piedi del Ponte della Costituzione, il secondo all’inizio di Lista di Spagna, l’imbocco della via turistica principale della città (Strada Nova). Nei giorni più affollati, in caso di concentrazioni di massa provocate dall’arrivo simultaneo di treni, autobus e tram, i varchi entreranno in funzione deviando il percorso dei turisti a sud – verso l’Accademia – permettendo l’accesso verso Strada Nova solo a residenti, lavoratori e turisti ospitati nelle strutture della zona.

Il primo varco, posto ai piedi del Ponte della Costituzione, la via d’accesso principale alla città (LaPresse)

L’attivazione dei varchi è la novità più grossa ma non l’unica. Sempre su ordinanza del sindaco, l’attracco dei lancioni turistici provenienti dal litorale di Jesolo è stato spostato da Riva degli Schiavoni (accanto a Piazza San Marco, sul Canal Grande) alle Fondamente Nove, sulla riva settentrionale della città. Lo spostamento degli attracchi dei lancioni sarà in vigore durante tutto il ponte del primo maggio mentre finora i varchi non sono ancora stati attivati.

Le indicazioni per la via alternativa a San Marco in caso di chiusura dei varchi (Anteo Marinoni /LaPresse)

Le misure sono state attuate per alleggerire le presenze nelle due zone più caotiche e affollate della città – quella della stazione Santa Lucia e Piazza San Marco – e per permettere a residenti e lavoratori di muoversi senza problemi in luoghi che altrimenti sarebbero troppo affollati. Nei piani del comune e della polizia, i varchi dovrebbero entrare in funzione solo nei giorni in cui la città è più affollata, quindi principalmente durante le festività. Finora l’afflusso dei turisti non ha superato la soglia di emergenza e quindi i percorsi alternativi non sono stati utilizzati.

L’ingresso riservato a residenti, lavoratori e a chi è in possesso della carta Venezia Unica (LaPresse)

L’introduzione dei varchi non ha creato particolari problemi: si temeva infatti che in caso di chiusura si potesse creare una sorta di “imbuto” in prossimità degli accessi. Ci sono state tuttavia proteste da parte dei centri sociali veneziani, che domenica mattina hanno spostato l’intero blocco di varchi posto ai piedi del Ponte della Costituzione, poi risistemato dalla polizia e dai militari presenti. Il loro portavoce, Tommaso Cacciari, ha contestato l’installazione dei varchi definendola come un ingresso selettivo che non va a toccare i veri problemi quotidiani dei residenti né lo svuotamento della città per l’avanzare delle attività turistiche.

Il trasferimento degli attracchi dei lancioni ha invece già causato diverse polemiche. In primo luogo quelle dei residenti delle Fondamente Nove, che hanno il timore che la zona si congestioni come altre parti della città. I gestori dei lancioni hanno invece criticato l’ordinanza del sindaco sostenendo che gli attracchi in Fondamente Nove non siano adatti allo sbarco dei turisti e non riescano ad accogliere le imbarcazioni più grandi. La vicinanza all’Ospedale Santi Giovanni e Paolo, inoltre, creerebbe particolari disagi al traffico marittimo in quella parte di laguna, già abbastanza trafficata.

Il vecchio attracco dei lancioni (in basso a sinistra) è stato spostato sulla sponda settentrionale (in alto a destra) (OLIVIER MORIN/AFP/GettyImages)

Venezia è raggiunta ogni giorno da una massa di persone che in media è pari al 120 per cento della sua popolazione. Vuol dire che ogni giorno 65.000 persone arrivano in una città di 54.000 abitanti. Nel 2016 Venezia è stato il terzo comune d’Italia per visite turistiche, dopo Roma e Milano, con 10 milioni e mezzo di presenze. La città proietta la sua enorme attrazione turistica anche lungo tutto il litorale veneto fino in Friuli, dove nel 2016 le presenze sono state in tutto circa 26 milioni, con sei piccoli comuni della costa fra i primi dodici a livello nazionale per presenze turistiche. Numeri così alti mettono inevitabilmente alla prova la città antica, già fragile e complessa di suo, e la vita dei residenti. La folla e il propagarsi di attrazioni e servizi turistici rendono infatti sempre più difficile viverci: negli anni Cinquanta i residenti di Venezia erano 175.000, ora sono meno di un terzo. Secondo gli ultimi dati ISTAT il saldo tra nascite e decessi di Venezia resta negativo, e molti di quelli che vi si trasferiscono, molto probabilmente un giorno se ne andranno via.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha commentato la sperimentazione dicendo: «Noi vogliamo dire a tutta Italia che le persone che vogliono venire a Venezia saranno sempre ospiti importanti. Stiamo sconsigliando, soprattutto a quelli che vogliono venire in giornata, di evitare di venire in certi giorni particolarmente affollati. Lo diciamo per favorire una maggior vivibilità di questa città. Ma quelli che decidono di venire lo stesso è giusto che lo facciano in totale sicurezza. Per cui abbiamo iniziato a provare la deviazione del traffico “a stantuffo”, cioè quando serve. In caso di affollamento, i varchi in Lista di Spagna verranno chiusi. Se poi dovesse essercene il bisogno, verranno chiusi anche i varchi in Piazzale Roma, ma sempre temporaneamente».