Fotografie sulle utopie

Dal Sessantotto alla caduta del Muro, da Martin Luther King alle Primavere arabe, visti da alcuni dei più grandi fotografi del Novecento

Luis Poirot, Exilio, Paris, 1987
Stampa alla gelatina d'argento, 29,8 x 30 cm.
© L'artista. Galleria Civica di Modena, Raccolta della Fotografia
Luis Poirot, Exilio, Paris, 1987 Stampa alla gelatina d'argento, 29,8 x 30 cm. © L'artista. Galleria Civica di Modena, Raccolta della Fotografia

Nel libro Parole in cammino lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, morto nel 2015, si chiese a cosa servisse l’utopia. Si rispose che l’utopia serve «a camminare». Seconda Galeano l’utopia è necessaria per andare avanti, anche se è qualcosa che non può esistere e mai si raggiungerà. Partendo da questa domanda e questa risposta, è stata organizzata a Modena, alla Galleria Civica, la mostra fotografica “A cosa serve l’utopia”.

Il termine “utopia” è stato coniato da Thomas More, che nel 1516 ne parlò nel romanzo L’Utopia, in cui era un luogo fittizio e ideale. In anni più recenti l’utopia è diventata una più generale fiducia nel futuro, contrapposta alla distopia, il suo opposto. La mostra “A cosa serve l’utopia” ha lo scopo di esplorare «le tensioni tra queste due dimensioni», attraverso fotografie e video di artisti e fotografi italiani e internazionali; «una duplice dialettica tra la ciclica alternanza di costruzione e frantumazione di un ideale, ma anche un dialogo serrato tra immagini create per differenti scopi – le une usate per raccontare a caldo sui media l’attualità politica, le altre per riflettere a freddo su fallimenti e cambiamenti, eredità e prospettive – che dà vita a un confronto tra pratiche fotografiche apparentemente contrastanti eppure profondamente connesse».

La mostra racconta le aspettative e le evoluzioni di diversi importanti momenti storici, attraverso diverse immagini del prima, del durante e del dopo: «il Sessantotto a Parigi e Tokyo, la caduta del Muro di Berlino nel 1989, oppure il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti negli anni Sessanta, fino alla Primavera araba».

La mostra è visitabile dal 28 aprile al 22 luglio ed è in Corso Cangrande 103, a Modena, nelle sale superiori del palazzo Santa Margherita: è stata prodotta dalla Fondazione Modena Arti Visive, nell’ambito del festival Fotografia Europea, il cui tema quest’anno è “RIVOLUZIONI. Ribellioni, cambiamenti, utopie” e i curatori sono Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi. Nella mostra ci sono, tra le altre, fotografie di Abbas, Bruno Barbey, Charles Steele-Perkins, Ian Berry e Alex Majoli.