I separatisti baschi dell’ETA hanno chiesto scusa alle vittime degli anni della lotta armata

un graffito dell'ETA a Bermeo, 23 febbraio 2018 (ANDER GILLENEA/AFP/Getty Images)
un graffito dell'ETA a Bermeo, 23 febbraio 2018 (ANDER GILLENEA/AFP/Getty Images)

I separatisti baschi dell’ETA hanno riconosciuto il «dolore» causato durante gli anni della lotta armata e hanno chiesto scusa alle vittime. Il testo è stato pubblicato venerdì 20 aprile dal quotidiano basco Gara: «Abbiamo causato molto dolore e danni irreparabili. Vogliamo mostrare il nostro rispetto per i morti, i feriti e le vittime delle azioni dell’ETA. Siamo sinceramente pentiti».

E ancora: «L’ETA, l’organizzazione socialista rivoluzionaria basca per la liberazione nazionale, intende riconoscere attraverso questa dichiarazione il dolore causato durante il suo percorso armato e manifestare il suo impegno a superare definitivamente le conseguenze del conflitto ed evitare che si ripeta». Euskadi Ta Askatasuna (in spagnolo País Vasco y Libertad, “Paese Basco e Libertà”) si accostò alla lotta armata verso la metà degli anni Sessanta e, secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno spagnolo, è responsabile dell’uccisione di 825 persone. Per finanziare la propria attività l’ETA praticava una “tassa rivoluzionaria”, imposta sotto minaccia di morte a molti imprenditori e professionisti baschi.

Nella lettera, l’organizzazione ha chiesto scusa in particolare ai civili: «Sappiamo che, costretti dalla necessità di qualsiasi tipo di lotta armata, la nostra azione ha danneggiato i cittadini senza alcuna responsabilità. Abbiamo anche causato gravi torti che non sono riparabili. Ci scusiamo con queste persone e con le loro famiglie». Senza citare direttamente lo stato spagnolo, l’ETA chiede poi «a tutti di riconoscere le responsabilità e gli errori commessi» e si impegna a lavorare per la riconciliazione.

L’ETA aveva annunciato l’abbandono della lotta armata nel 2011 e il disarmo nel 2017. I Paesi Baschi sono un’entità geografico-culturale molto definita, ma politicamente divisa tra Francia e Spagna. Uno dei fattori d’identità del popolo basco è la lingua, l’euskera, l’unica sopravvissuta in Europa dopo l’arrivo degli indoeuropei quattromila anni fa. Per dire che una persona è basca si dice che è euskaldun cioè “che parla il basco”. Anche l’espressione originaria per indicare i Paesi Baschi è Euskal Herria che significa “popolo della lingua basca” e indica dunque in un’unica parola il paese e il popolo. Un’espressione più recente per indicare i Paesi Baschi è Euskadi, coniata nel 1900 da Sabino Arana, padre del nazionalismo basco e fondatore (nel 1895) del Partito Nazionalista Basco (Pnv): Euskadi vorrebbe indicare l’unità politica (mai esistita in epoca moderna) delle sette province basche.