Gli ispettori internazionali potranno entrare a Douma

Dopo essere stati bloccati per giorni dalle forze siriane e russe: cercheranno prove dell'attacco chimico del 7 aprile

(LOUAI BESHARA/AFP/Getty Images)
(LOUAI BESHARA/AFP/Getty Images)

Gli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) potranno raggiungere la città di Douma, in Siria, mercoledì, ha detto la Russia.

Gli ispettori sono arrivati in Siria alcuni giorni fa per indagare sull’attacco con armi chimiche che lo scorso 7 aprile ha ucciso decine di persone nella città di Douma, ma finora le forze russe e siriane avevano impedito loro di raggiungere il luogo dell’attacco: Russia e Siria avevano detto di non poter garantire la sicurezza degli ispettori, ma secondo alcuni osservatori il ritardo sarebbe stato dovuto all’intenzione dei due governi di manipolare le prove e nascondere l’uso di armi chimiche.

Il 7 aprile a Douma, nella periferia di Damasco, molte persone sono state uccise in quello che – analizzando foto, video e altre prove – sembra essere stato un attacco chimico condotto contro la popolazione civile dalle milizie che sostengono il presidente siriano Bashar al Assad. Al momento dell’attacco, Douma era ancora sotto il controllo dell’ultimo gruppo ribelle attivo nell’area di Ghouta orientale. I ribelli, tuttavia, si sono arresi dopo l’attacco e la zona è passata sotto il controllo delle forze russe e siriane. Il governo russo sostiene che l’attacco sia stata in realtà un’elaborata messa in scena da parte dei ribelli per screditare i loro nemici.

Dopo quasi quattro giorni dall’arrivo degli ispettori in Siria, il rappresentante degli Stati Uniti all’OPCW – la cui sede si trova all’Aia, nei Paesi Bassi – ha accusato la Russia di aver manipolato le prove relative all’attacco chimico. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha respinto le accuse e la Russia ha detto che mercoledì la zona di Douma sarà stata completamente messa in sicurezza e potrà garantire l’incolumità degli ispettori. A Douma i rappresentanti dell’OPCW dovranno raccogliere campioni di terra e altre prove da analizzare per determinare se e quali sostanze chimiche siano state usate. A quel punto, però, saranno passati quasi 11 giorni dal momento dell’attacco, troppo tempo per rilevare molte delle prove che potrebbero esserci sul terreno.

L’OPCW aveva già visitato la Siria tra 2013 e 2014, quando il governo siriano aveva accettato di rinunciare alle armi chimiche. Secondo l’OPCW, però, dal 2014 ad oggi ci sono stati 390 sospetti attacchi con armi chimiche, molti dei quali compiuti con il cloro: diversi analisti sostengono che il regime siriano non avrebbe consegnato tutto il suo arsenale e avrebbe continuato a usare le armi chimiche nella guerra contro i ribelli.