L’arresto che cambiò la carriera di George Michael

Il 7 aprile del 1998 fu sorpreso a compiere «atti osceni» in un bagno pubblico di Beverly Hills, e scelse di fare coming out

Il 7 aprile del 1998, vent’anni fa, il cantante inglese George Michael – morto il 26 dicembre del 2016 – fu arrestato a Los Angeles per essere stato sorpreso a compiere «atti osceni» nel bagno pubblico del Will Rogers Memorial Park, un piccolo parco di Beverly Hills. Ad arrestarlo era stato un poliziotto in borghese, che insieme ad altri stava controllando la zona: la polizia non scese nei particolari per spiegare cosa avesse fatto Michael, ma disse che sapeva che nel bagno c’era un altro uomo.

Michael fu liberato su cauzione dopo poche ore, pagò una multa di qualche centinaio di dollari e scontò 80 ore di servizi sociali. Ma l’episodio ebbe un’enorme risonanza mediatica e fu presentato come un grande scandalo dai giornali di gossip e dai tabloid internazionali. Il Sun fece un titolo molto criticato, prendendo in giro “Wake me up before you go go”, una delle canzoni più famose dei Wham!, il duo di Michael, con un gioco di parole sulla zip dei pantaloni.

Da almeno un decennio Michael era una delle più grandi star del pop mondiale e da anni si diceva fosse gay, per i suoi atteggiamenti e i testi delle sue canzoni da sempre piuttosto espliciti in questo senso: ma lui non aveva mai fatto coming out. L’arresto cambiò tutto: Michael disse pubblicamente di essere omosessuale e da quel momento diventò uno dei più attivi e apprezzati portavoce e simboli della comunità gay internazionale.

Pochi giorni dopo l’arresto, Michael disse in un’intervista a CNN che da dieci anni non aveva relazioni con delle donne e che ne aveva invece una con un uomo. In quella e in altre interviste successive, raccontò di avere capito di essere gay a 24 anni: la ragione principale per cui non aveva fatto coming out, cosa che gli attirò diverse critiche all’interno della comunità omosessuale, fu che non voleva dirlo a sua madre. I suoi amici più stretti, le sue sorelle e il suo compagno dei Wham! Andrew Ridgeley lo sapevano, ma Michael era preoccupato che sua madre potesse arrabbiarsi, o temere che contraesse l’HIV. Negli anni Ottanta e Novanta, infatti, l’omosessualità era ancora molto associata all’AIDS.

La madre di Michael morì nel 1997, un anno prima dell’arresto, mentre nel 1993 era morto di AIDS il suo compagno Anselmo Feleppa, un designer brasiliano. Michael raccontò di aver vissuto alcuni anni difficili e di aver sofferto di depressione. In alcune interviste disse che forse aveva provocato intenzionalmente l’arresto, anche se non se n’era reso conto, per uscire dall’ambiguità pubblica che da anni circondava il suo orientamento sessuale. Il video della canzone “Outside”, uscito poco dopo, fu una specie di parodia del suo arresto: Michael scelse di mostrare varie coppie, eterosessuali e omosessuali, fare sesso in luoghi pubblici, prima di essere sorprese da poliziotti in borghese che a loro volta venivano mostrati ballare in bagni pubblici. Michael ci mise dentro anche alcuni passaggi delle comunicazioni radio della polizia avvenute durante il suo arresto.

Dopo l’arresto, Michael iniziò una nuova fase della sua carriera, in cui rivendicò la sua omosessualità e trattò con riconosciuta consapevolezza importanti temi che riguardavano l’essere gay in un periodo in cui erano molto più diffusi di oggi pregiudizi e discriminazioni. Con le sue canzoni d’amore, Michael da sempre aveva saputo comunicare emozioni sia agli uomini sia alle donne. Aveva riscosso un successo molto trasversale e come disse lui stesso faceva molto leva sulla sua sessualità ambigua. Dopo il coming out, partecipò a molti progetti e manifestazioni per la sensibilizzazione sull’HIV, e diventò un simbolo per il movimento LGBT, essendo una delle più grandi e famose star internazionali dichiaratamente omosessuali.