Dov’è adesso la stazione spaziale cinese

La Tiangong-1 rientrerà nell'atmosfera tra un paio di giorni e non sappiamo ancora dove, ma non vi rovinerà la Pasqua

La stazione spaziale cinese Tiangong-1 rientrerà nell’atmosfera terrestre tra un paio di giorni, almeno secondo le stime più recenti sulla sua orbita e il suo avvicinamento progressivo alla Terra. Il turbolento rientro non controllato la porterà a incendiarsi e polverizzarsi quasi completamente, ma non si può escludere che qualche detrito più grande resti intero e possa raggiungere il suolo. Questa eventualità è stata molto ripresa dai media negli ultimi giorni, creando un’ingiustificata apprensione per qualcosa che avviene spesso con le cose che abbiamo spedito in orbita e che – alla fine del loro utilizzo – tornano indietro, attratte dal nostro pianeta.

Come abbiamo raccontato estesamente qui, la stazione spaziale cinese è l’ultima cosa di cui vi dovreste preoccupare. Se da una parte è vero che nei prossimi giorni un grande pezzo di metallo rientrerà nell’atmosfera, dall’altra sappiamo già che il rischio che qualcosa possa cadervi sulla testa è bassissimo. Secondo le stime dell’Agenzia Spaziale Europea la probabilità è 10 milioni di volte inferiore rispetto a quella annua di essere colpiti da un fulmine.

La stazione spaziale cinese in tempo reale
Se siete comunque curiosi, diversi siti e servizi online permettono di avere informazioni in tempo reale e previsioni sugli spostamenti della Taingong-1. Il sito SatView, che si occupa di tracciare i movimenti dei satelliti, ha una pagina in cui mostra la zona che sorvola in ogni istante la base spaziale cinese, con indicazione della distanza dal suolo e della sua velocità. Il sito pubblica periodicamente previsioni su dove potrebbe essere il punto di rientro della Tiangong-1. Nella mattina di venerdì, la previsione è che avvenga in Amazzonia intorno alle 18 (ora italiana) di domenica 1 aprile. La previsione cambia comunque con una certa frequenza e per averne una migliore occorrerà attendere poche ore prima dell’inizio del rientro in atmosfera.

(SatView)

Dove cadrà?
Le stesse previsioni delle ultime ore non saranno comunque totalmente affidabili, perché vanno oltre le possibilità tecniche di osservazione e tracciamento dei veicoli spaziali fuori controllo in generale. Di solito l’incertezza in previsioni di questo tipo è del 20 per cento rispetto a quanto tempo in orbita ha ancora a disposizione il veicolo prima di infrangersi sull’atmosfera. Questo significa che a 7 ore dal rientro, l’incertezza sul punto di impatto è pari a un intero giro orbitale, quindi decine di migliaia di chilometri. Le cose si complicheranno ulteriormente quando la base spaziale cinese si frantumerà in una miriade di pezzi, che a loro volta assumeranno nuove traiettorie coprendo centinaia di chilometri. In un certo senso è un effetto paragonabile al lancio di una manciata di coriandoli: si propagano più o meno tutti nella stessa direzione, ma seguendo traiettorie diverse. Moltissimi di questi coriandoli di metallo della Tiangong-1 si polverizzeranno, altri più grandi resteranno interi e potranno finire al suolo.

Quello della stazione spaziale cinese non è comunque il più grande rientro incontrollato nella storia dei veicoli spaziali. Un’altra base spaziale, lo Skylab della NASA, effettuò un rientro semi-controllato in atmosfera nell’estate del 1979: aveva una massa complessiva di 74 tonnellate, quasi nove volte quella della Tiangong-1. Ci sono numerosi veicoli spaziali che hanno massa paragonabile alla Tiangong-1 e che frequentemente rientrano in atmosfera in modo controllato, semi-controllato o senza la possibilità di regolare il loro rientro.

(ESA)

Da dove arriva
Negli ultimi anni la Cina ha investito molto nelle tecnologie spaziali, sforzi che sono culminati nel 2011 con la messa in orbita della Tiangong-1, la sua prima base orbitale. È stata utilizzata per esperimenti di vario tipo, con brevi periodi di permanenza da parte di alcuni taikonauti (il termine taikonauta è di solito utilizzato in Occidente per identificare gli astronauti cinesi, derivato dalla parola tàikōng che significa Spazio). La base ricorda un satellite: è formata da due cilindri di diverse dimensioni, collegati tra loro da un tronco di cono, è lunga 10 metri e ha un diametro massimo di 3,35 metri. Per fare un confronto, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è lunga quasi 73 metri e raggiunge una larghezza massima di 108,5 metri, con una massa di 420 tonnellate, quasi 50 volte quella della Tiangong-1.

La preparazione della Tiangong-1 prima del lancio effettuato nel 2011 – Centro di lancio dei satelliti di Jiuquan, Cina (Dong/Color China Photo/AP Images)

La Tiangong-1 ha terminato formalmente la sua missione nel 2013, ma l’Agenzia spaziale cinese ne ha prolungato l’utilizzo per un paio di anni, in attesa di avere pronta la Tiangong-2, messa poi in orbita nel 2016. In quell’anno il governo cinese annunciò di avere perso il controllo della Tiangong-1, senza quindi avere la possibilità di pianificare e gestire il suo rientro sulla Terra. Spesso, infatti, satelliti e altri veicoli spaziali molto voluminosi e pesanti vengono dotati di propulsori da usare al termine della loro missione, in modo da decidere la zona del loro rientro nell’atmosfera e assicurarsi che si distruggano a dovere, riducendo ulteriormente i rischi di far precipitare rottami al suolo.

Rischi
Per questo motivo la base spaziale cinese ha continuato a passare in orbite sempre più ravvicinate al nostro pianeta, processo di avvicinamento che ormai è quasi completo. Sappiamo che il rientro avverrà in un’ampia fascia, compresa tra il 43esimo parallelo dell’emisfero boreale (quello dove c’è la redazione del Post) e dal 43esimo parallelo dell’emisfero australe.

(ESA)

Comprende molte aree densamente abitate, ma al tempo stesso sterminati territori disabitati e una quantità enorme di oceani. Il rischio di prendersi sulla testa un frammento della Tiangong-1 è talmente basso da essere praticamente inesistente. Rischiate molto di più la vostra incolumità a un incrocio, sia che siate a piedi, in auto o in bici. Ogni giorno.