Silvio Berlusconi ha chiesto la riabilitazione al Tribunale di Milano

Se fosse accolta verrebbe revocata la sua interdizione dai pubblici uffici, e lui potrebbe tornare direttamente a fare politica

(Fabio Cimaglia / LaPresse)
(Fabio Cimaglia / LaPresse)

Lo scorso 12 marzo gli avvocati di Silvio Berlusconi – ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia – hanno presentato alla cancelleria del Tribunale di Milano una richiesta di riabilitazione, che potrebbe consentirgli di candidarsi nuovamente alle elezioni nonostante l’interdizione dai pubblici uffici seguita alla sua condanna e prevista dalla legge Severino. Lo ha scritto oggi il Corriere della Sera, spiegando che è la terza strada percorsa da Berlusconi per provare a tornare direttamente in politica dopo la condanna per frode fiscale del 2013.

Sono infatti passati tre anni dall’8 marzo 2015, quando Berlusconi terminò i suoi servizi sociali, durati un anno, svolti in una casa di riposo a Cesano Boscone, a sud di Milano. L’articolo 179 del codice penale prevede che un condannato possa chiedere la riabilitazione tre anni dopo aver scontato la pena, nel caso in cui abbia «adempiuto le obbligazioni civili derivanti dal reato» e «dato prove effettive e costanti di buona condotta». Nel caso di Berlusconi la riabilitazione comporterebbe la decadenza degli effetti della legge Severino, che impedisce ai condannati in via definitiva di ricoprire incarichi pubblici per sei anni.

Ci sono dei dubbi sulla questione della buona condotta, per via dei diversi processi attualmente in corso per Berlusconi: un filone di uno di questi, il cosiddetto “Ruby ter”, ipotizza il reato di corruzione di testimoni nel novembre del 2016, cioè nel periodo durante il quale dovrebbe essere giudicata la condotta di Berlusconi. Ma secondo precedenti sentenze della Cassazione, perché sia preso in considerazione nella decisione sulla concessione della riabilitazione un processo dovrebbe essere arrivato almeno al primo grado di giudizio, e nel caso del Ruby ter non succederà a breve.

In ogni caso, per Berlusconi l’interdizione di sei anni finirebbe nell’agosto del 2019, momento dopo il quale potrebbe tornare a fare politica. Il leader di Forza Italia ha però già dimostrato di voler accelerare i tempi: il suo primo tentativo era stato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che però ha tardato a esprimersi sul suo caso. Non ci sono previsioni su quando possa arrivare la sentenza, che potrebbe eventualmente permettere a Berlusconi di ricandidarsi (ma ci sono molti scetticismi su questa possibilità).

Come spiega il Corriere, la richiesta di riabilitazione di Berlusconi «sarà esaminata dal Tribunale di sorveglianza di Milano in composizione collegiale, cioè da due giudici togati e da due giudici onorari (due esperti), in camera di consiglio, non in un’udienza». Dovrebbe essere valutata in tempi relativamente brevi, stimati in un paio di mesi: se fosse concessa, Berlusconi sarebbe quindi eleggibile nel caso di eventuali elezioni anticipate in autunno.