In Irlanda il referendum sull’aborto sarà il prossimo 25 maggio

Manifestazione a Dublino, 30 settembre 2017
(Tom Honan/PA via AP)
Manifestazione a Dublino, 30 settembre 2017 (Tom Honan/PA via AP)

In Irlanda il referendum sull’aborto sarà il prossimo 25 maggio: lo ha confermato mercoledì 28 marzo Leo Varadkar, il capo del governo irlandese, che ha anche detto che farà campagna elettorale a favore della riforma.

Il referendum deciderà se abrogare o no l’ottavo emendamento della Costituzione, che equipara il “diritto alla vita del nascituro” al “diritto alla vita della madre” rendendo di fatto illegale l’aborto in quasi tutte le circostanze (tranne nel caso in cui la gravidanza metta a rischio la vita della donna). Nel paese l’interruzione di gravidanza non è consentita in caso di stupro o incesto e nemmeno quando c’è un’anomalia fetale.

L’Irlanda aveva deciso di abolire l’interruzione di gravidanza nel 1983 con un referendum costituzionale che aveva introdotto il cosiddetto “ottavo emendamento”. Nel 1992 la Corte Suprema stabilì un’unica eccezione: che l’interruzione potesse essere praticata nei casi in cui fosse «reale e sostanziale» il rischio per la vita della partoriente. Nonostante quella sentenza, fu introdotto solamente un emendamento alla Costituzione che permetteva alle donne di andare all’estero per abortire, ma non ebbe nessuna conseguenza pratica: in quegli anni la decisione se praticare o meno l’interruzione di gravidanza era sempre rimasta a discrezione dei medici, i quali sia per convinzioni religiose che per paura di conseguenze personali – a causa dell’incertezza legislativa – si erano rifiutati di eseguirla.

Nel 2013, dopo il caso di Savita Halappanavar, il Parlamento aveva approvato una legge che consentiva l’aborto nel caso in cui la gravidanza mettesse a rischio la vita della donna. La legge – tuttora in vigore – ha però un’applicazione molto limitata. Le donne che abortiscono illegalmente rischiano fino a 14 anni di carcere, anche se non vengono puniti gli aborti eseguiti all’estero e migliaia di donne ogni anno ricorrono a questa soluzione viaggiando prevalentemente nel Regno Unito. Secondo i dati del ministero della Salute britannico sono state 165.438 tra il 1980 e il 2015. Nel 2016, secondo le statistiche del ministero della Sanità del Regno Unito, sono 3265 le donne residenti in Irlanda che hanno cercato aiuto in Inghilterra e in Galles.

Quando fu introdotto nel 1983, l’ottavo emendamento della Costituzione fu confermato dal 63 per cento degli elettori con un referendum, ma da tempo sembra che l’opinione pubblica sia cambiata su questo argomento.