A Catania una donna è morta di morbillo: è il terzo caso che porta a un decesso dal settembre del 2017

L'esterno dell'ospedale Garibaldi di Catania (ANSA/ORIETTA SCARDINO)
L'esterno dell'ospedale Garibaldi di Catania (ANSA/ORIETTA SCARDINO)

Il 26 marzo all’ospedale Garibaldi di Catania una donna di 25 anni, Maria Concetta Messina, è morta di morbillo. Messina era stata ricoverata il 23 marzo e poi le sue condizioni si erano velocemente aggravate. È la terza persona a morire per questa malattia a Catania dal settembre del 2017: il 22 gennaio era morta un’altra giovane donna, di 27 anni; la persona morta lo scorso settembre invece era un uomo con una malattia che ne aveva compromesso il sistema immunitario. Messina era sposata e aveva una figlia di due anni; i suoi parenti hanno sporto denuncia contro i medici dell’ospedale Garibaldi perché pensano che ci sia stata una negligenza nel suo caso.

Dal 2016 al 2017 i casi di morbillo in Europa sono quadruplicati; nello stesso anno in Italia sono aumentati del 479 per cento. Secondo EpiCentro, il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie dell’Istituto superiore di sanità, la Sicilia è la regione italiana con la più alta incidenza di morbillo e rosolia. Non si sa con precisione quale sia stata l’influenza delle campagne contro i vaccini nell’aumento dei casi di morbillo, e delle morti collegate alla malattia. Per il funzionamento del vaccino contro il morbillo, come per gli altri, è fondamentale che in una popolazione si raggiunga la cosiddetta “immunità di gregge”: se la stragrande maggioranza delle persone è vaccinata, la malattia non riesce a diffondersi e si proteggono indirettamente anche i pochi che non si possono vaccinare per vari motivi medici. Nel caso del morbillo, l’esperienza medica ci dice che si raggiunge un’immunità di gregge quando sono vaccinate tra il 90 e il 95 per cento delle persone.

Nel 2017 in Italia ci sono stati 4.991 casi di morbillo, erano stati 862 nel 2016