Le auto che si guidano da sole hanno un nuovo sponsor: l’industria dell’alcol

Perché potrebbero contemporaneamente aumentare le vendite e ridurre la guida in stato di ebbrezza

Un'auto senza guidatore nel 2016 a Singapore. (ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images)
Un'auto senza guidatore nel 2016 a Singapore. (ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images)

Nelle ultime settimane due grandi gruppi che rappresentano i produttori di alcolici americani hanno preso iniziative concrete in favore della diffusione delle auto che si guidano da sole sulle strade degli Stati Uniti. È una prova di una tendenza che va avanti da ormai qualche anno ed è già stata osservata dagli esperti: l’industria degli alcolici vuole che le auto si guidano da sole vadano sul mercato il prima possibile, perché pensano che i loro affari ne trarrebbero molto vantaggio.

Il primo gruppo a muoversi è stata l’organizzazione Wine and Spirits Wholesalers of America, che rappresenta circa 400 grandi distributori di alcolici, che ha aderito alla Coalition for Future Mobility, un’organizzazione che si occupa di fare lobbying sulla politica americana per velocizzare la diffusione delle auto che si guidano da sole. Il secondo è stato la Foundation for Advancing Alcohol Responsibility, una non profit finanziata da grandi aziende come Bacardi, Pernod Ricard, Constellation e Diageo che si occupa di contrastare la guida in stato di ebbrezza e il consumo di alcolici tra minorenni. Il gruppo ha sostenuto pubblicamente una proposta di legge con lo stesso obiettivo.

I produttori e distributori di alcolici credono – fondatamente – che la diffusione delle auto che si guidano da sole provocherà un aumento del consumo di alcolici, perché le persone non dovranno più preoccuparsi di bere poco o non bere quando escono con l’auto. Le auto che si guidano da sole non richiedono infatti teoricamente un guidatore sobrio, a differenza delle auto semi-autonome già sul mercato come le Tesla. È già capitato negli Stati Uniti che gli autisti di Tesla impostate sul pilota automatico fossero multati, perché durante la guida è comunque richiesto l’intervento umano in certi casi. La diffusione delle auto totalmente automatiche quindi potrebbe avere due effetti concatenati: l’aumento delle vendite di alcolici e la diminuzione degli incidenti per guida in stato di ebbrezza, due cose che farebbero molto bene all’industria.

Un’analisi di Morgan Stanley ha stimato che l’aumento delle vendite nel settore degli alcolici, in tutto il mondo, potrebbe arrivare a 250 miliardi di dollari quando le auto che si guidano da sole avranno raggiunto la piena diffusione. La stima è comunque molto ottimista: prevede che gli attuali consumatori bevano uno o due drink in più a settimana.

Gli incidenti per guida in stato di ebbrezza, sebbene siano in diminuzione, sono ancora un grave problema. Uccidono ogni giorno 28 persone negli Stati Uniti, mentre in Italia hanno rappresentato nel 2016 l’8,1% degli incidenti che hanno provocato morti o feriti. Questo, oltre che per la sicurezza stradale e l’incolumità delle persone, è un problema anche per l’industria dell’alcol, che sta cercando di evitare che le amministrazioni locali impongano divieti alla vendita di alcolici dopo una certa ora o alzino le tasse sulle bevande alcoliche.

Per questo si spera che le auto che si guidano da sole facciano bene al mercato come la diffusione di servizi come Uber e Lyft, cioè quelli a metà tra taxi e noleggi di auto con autista, che nelle grandi città americane ed europee hanno permesso alle persone di uscire la sera senza preoccuparsi di dover tornare a casa guidando. Una riduzione nelle multe e negli arresti per guida in stato di ebbrezza è stata rilevata, peraltro, anche nelle città in cui i servizi pubblici sono prolungati la sera. Sono però servizi che aiutano solo le persone che vivono nelle grandi città: per raggiungere quelle che vivono nei centri più piccoli o in campagna servono le auto che si guidano da sole. È un modo, ha spiegato l’analista del mercato degli alcolici di Rabobank Jim Watson al Washington Post, per far tornare le persone a consumare alcolici nei locali, invece che a casa.

Ma l’industria dell’alcol – come la maggior parte delle altre industrie – è interessata anche a un’altra applicazione della tecnologia che consente ai veicoli di muoversi senza bisogno di autista. Le spedizioni a bordo di camion che si guidano da soli, infatti, sono una frontiera che da tempo rappresenta uno dei principali interessi e obiettivi della grande distribuzione. La prima spedizione al mondo di questo tipo fu fatta nel 2016 da Anheuser-Busch, cioè la multinazionale che possiede il marchio di birra Budweiser. Il gruppo ha già pre-ordinato 40 camion semi-autonomi di Tesla, e si ritiene che la tecnologia dei mezzi totalmente autonomi interesserà i camion e i veicoli di tipo commerciale, prima che le auto per uso privato. Questo provocherà la perdita di lavoro per un sacco di persone: almeno l’80 per cento degli attuali 3,5 milioni di camionisti statunitensi, secondo una stima dell’amministrazione Obama.