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  • Domenica 11 marzo 2018

Le confraternite in Austria sono un problema

Per ragioni storiche sono legate all'antisemitismo e al nazismo, e sono sovrarappresentate nel governo di destra del paese

(Martin Schutt/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Martin Schutt/picture-alliance/dpa/AP Images)

Nelle ultime settimane il tema politico più discusso in Austria sono state le confraternite, cioè un tipo particolare di associazioni studentesche universitarie – come quelle che a volte si vedono nelle commedie americane per adolescenti – i cui membri mantengono legami e rapporti anche dopo gli studi. Si è scoperto che il canzoniere di una delle confraternite più in vista, Germania zu Wiener Neustadt, contiene almeno una canzone che celebra lo sterminio di massa degli ebrei compiuto dai nazisti negli anni della Seconda guerra mondiale: e non è la prima volta che associazioni studentesche del genere siano associate all’estrema destra e all’antisemitismo.

Uno dei membri più influenti di Germania zu Wiener era anche un politico dell’FPÖ, il partito di estrema destra che oggi governa in Austria insieme all’ÖVP, ed è stato costretto a dimettersi da tutte le cariche. «Nel nostro paese non c’è posto per associazioni che fanno queste cose», ha detto qualche settimana fa il primo ministro austriaco Sebastian Kurz. Ma separare l’influenza delle confraternite dalla politica austriaca non sarà così semplice.

In Austria le confraternite di questo genere (Burschenschaften) sono nate nell’Ottocento nelle principali città universitarie. Negli anni dell’occupazione nazista dell’Austria sono state fuse con le associazioni giovanili naziste. Da allora non hanno mai abbandonato una certa retorica nazionalista e sciovinista, che nei casi più estremi sfocia nell’antisemitismo e nel rifiuto della democrazia. Nel suo libro più recente sulle confraternite, il giornalista austriaco Hans-Henning Scharsach ha scritto che alcune di loro includono ancora degli ex nazisti nel proprio elenco dei membri onorari.

Non aiuta il fatto che ancora oggi le confraternite siano associazioni molto chiuse, a cui possono aderire solo gli uomini, e che prevedono bizzarri rituali camerateschi come sfidarsi a scherma senza indossare maschere protettive. «Le cicatrici di questi duelli non sono viste come un simbolo della sconfitta, ma sono mostrate con orgoglio», racconta Deutsche Welle.

(Ralph Orlowski/Getty Images)

Le confraternite esistono in vari paesi al mondo, soprattutto quelli con una tradizione universitaria anglosassone, e creano problemi un po’ ovunque. Negli Stati Uniti le confraternite maschili sono spesso associate alla “cultura dello stupro” e ci si è spesso chiesti se abolirle del tutto. In Germania hanno profondi legami con l’estrema destra: le confraternite riunite in Deutsche Burschenschaft, la più importante associazione di categoria, prevedono che i loro membri discendano da almeno un cittadino tedesco e che abbiano fatto il servizio militare.

In Austria la loro influenza nel dibattito pubblico è ancora più rilevante perché sono sovra-rappresentate nell’FPÖ, che in questo momento è il terzo partito del paese e occupa sei ministeri. Fra i 51 parlamentari del partito, circa un terzo fa parte di una confraternita. Harald Stefan, il capo negoziatore del partito, fa parte della confraternita Olympia e qualche anno fa disse di sentirsi “tedesco”. Anche Heinz-Christian Strache, il presidente del partito, è membro di una confraternita, la Vandalia. Di conseguenza non sono in molti ad avergli creduto quando di recente ha detto che «le confraternite non hanno nulla a che fare con l’FPÖ».

L’FPÖ sta cercando da tempo di dare un’immagine di sé più moderata e rassicurante, nel tentativo di sottrarre voti alla destra più moderata. Da anni, per esempio, ha convertito il suo antisemitismo in una critica feroce dell’Islam, un bersaglio condiviso anche dalla destra “classica”.

Fa parte di questo sforzo anche il tentativo di avvicinarsi a Israele: nonostante la linea ufficiale del governo israeliano sia boicottare l’FPÖ al pari di altri partiti di estrema destra, Strache e altri funzionari del partito hanno visitato il paese e incontrato i membri del Likud, il partito di centrodestra del primo ministro Benjamin Netanyahu. A dicembre, fa notare l’Atlantic, Strache ha detto che vorrebbe spostare l’ambasciata austriaca in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, imitando la controversa decisione presa da Donald Trump. Lo stesso Strache in una recente festa delle confraternite li ha invitati ad abbandonare il razzismo e l’antisemitismo. «È un segnale», ha raccontato Martin Engelberg, un parlamentare dell’ÖVP di origini ebraiche, «ma questo processo non avverrà in un solo giorno».