La Svizzera ha votato per tenersi il canone della radiotelevisione pubblica

Il 71 per cento dei votanti si è espresso contro la sua abolizione, nonostante sia il più costoso d'Europa

Il voto di un cittadino svizzero al referendum sul canone della radiotelevisione pubblica del 4 marzo 2018 (Anthony Anex/Keystone via AP)
Il voto di un cittadino svizzero al referendum sul canone della radiotelevisione pubblica del 4 marzo 2018 (Anthony Anex/Keystone via AP)

Ieri in Svizzera c’era il referendum “No Billag” per chiedere l’abolizione del costoso canone della SSR (Società svizzera di radiotelevisione), la radiotelevisione pubblica, proposto da un gruppo di cittadini e politici di destra. Ha vinto il No, con il 71 per cento dei voti: la SSR continuerà quindi a essere finanziata da un canone di 451 franchi annui, quasi 400 euro, il più alto d’Europa. La SSR è composta da quattro televisioni, cinque stazioni radio nazionali e trentaquattro locali, e un sito internet, oltre a trasmettere in tutte le quattro lingue nazionali della Svizzera.

Gilles Marchand, direttore della SSR, ha detto comunque che le critiche mosse dai promotori del referendum sugli alti costi del canone sono state prese in considerazione. Per ora si è deciso che dal 2019 il canone scenderà a 365 franchi all’anno, circa 320 euro. La partecipazione al referendum è stata del 54 per cento, quasi il 10 per cento in più rispetto alla media dei molti referendum che si tengono in Svizzera.