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  • Giovedì 15 febbraio 2018

La strage nella scuola in Florida

Un ragazzo di 19 anni ha sparato e ucciso 17 persone, altre 3 sono in condizioni critiche: è la più grave sparatoria in una scuola superiore statunitense

Gli studenti dopo l'evacuazione della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, Florida, Stati Uniti (John McCall/South Florida Sun-Sentinel via AP)
Gli studenti dopo l'evacuazione della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, Florida, Stati Uniti (John McCall/South Florida Sun-Sentinel via AP)

Almeno 17 persone sono morte in una sparatoria in una scuola superiore in Florida, avvenuta nel pomeriggio di mercoledì 14 febbraio (in Italia era notte). L’autore della strage è stato fermato dalla polizia: si chiama Nikolas Cruz, ha 19 anni ed è un ex studente della scuola, espulso per problemi disciplinari. La sparatoria è una delle più gravi degli ultimi anni in un istituto scolastico, dopo quella di Sandy Hook (Connecticut) del 2012 in cui furono uccise 26 persone (20 erano bambini), è inoltre la sparatoria più grave mai avvenuta in una scuola superiore statunitense, considerato che l’attacco alla Columbine High School (Colorado) causò la morte di 15 persone compresi i due attentatori.

Nel pomeriggio di mercoledì, i responsabili della Marjory Stoneman Douglas High School, un campus che si trova a Parkland, a 50 chilometri nord di Miami, avevano diffuso un avviso su Twitter segnalando che si erano sentiti alcuni spari nel comprensorio. Secondo le prime testimonianze e ricostruzioni, Cruz avrebbe attivato un allarme antincendio nella scuola prima di iniziare a sparare. In pochi minuti sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia e delle squadre speciali (SWAT) e hanno iniziato a evacuare la scuola, portando al sicuro gli studenti. Molti di loro hanno pensato che si trattasse di una semplice prova di evacuazione, soprattutto nelle aree del campus distanti da dove Cruz stava conducendo l’attacco.

Nelle classi vicine al percorso seguito da Cruz le cose sono invece andate diversamente. Molti studenti si sono nascosti sotto i banchi, altri negli armadi. Alcuni di loro hanno improvvisato barricate davanti alle porte per impedire l’ingresso nelle classi, altri ancora sono scappati dalle finestre del piano terra e si sono allontanati velocemente dalla scena. La polizia ha ricevuto diverse chiamate dagli studenti nella scuola, alcuni hanno spiegato di essersi nascosti non appena hanno sentito i primi spari.

Stando alla ricostruzione fornita dallo sceriffo della contea di Broward, Scott Israel, Cruz ha ucciso tre persone all’esterno della scuola, poi è entrato nell’edificio e ne ha uccise altre 12. Altre due persone sono rimaste gravemente ferite e sono state trasportate in ospedale, dove sono morte alcune ore dopo. Tre persone sono ricoverate in condizioni critiche per le ferite subite, mentre altre tre sono stabili. Le autorità stanno eseguendo le operazioni per il riconoscimento delle persone uccise, dovrebbero essere per lo più studenti e forse qualche insegnante.

Le informazioni su Nikolas Cruz non sono ancora molte. Alcuni studenti hanno spiegato che i suoi problemi di comportamento erano noti da tempo, e che in diverse occasioni li aveva minacciati. Non aveva molti amici e parlava spesso di armi, tanto che tra i frequentanti della scuola c’erano spesso battute sul fatto che se mai fosse avvenuta una sparatoria sarebbe stato lui a compierla. Ci sono notizie, ancora da confermare, di profili sui social network dove Cruz pubblicava regolarmente fotografie di armi e post dedicati alle caratteristiche di pistole e fucili, o immagini di persone mascherate e armate. I professori della scuola avevano ricevuto qualche segnalazione dalla direzione sul comportamento di Cruz, ma non c’erano comunque elementi per immaginare che potesse realizzare una strage, ha spiegato Robert Runcie, sovrintendente delle scuole della contea.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso le sue condoglianze su Twitter per quanto accaduto nella scuola di Parkland, scrivendo che: “Ragazzi, insegnanti e chiunque altro non dovrebbero mai sentirsi in pericolo in una scuola statunitense”. In altre occasioni Trump era stato criticato per non avere espresso rapidamente, e in modo incisivo, la vicinanza alle vittime e il proprio sdegno per sparatorie di questo tipo.

Il governatore della Florida, il Repubblicano Rick Scott, ha detto che la sparatoria è stata “pura malvagità”, ma ha poi aggiunto di non volere aprire immediatamente un nuovo dibattito sulla diffusione delle armi: “Ci sarà un tempo per fare queste discussioni su come garantire la sicurezza delle persone, attraverso l’applicazione della legge”.

Quella di Parkland è la diciottesima sparatoria in una scuola o nei dintorni di un comprensorio scolastico dall’inizio del 2018. È inoltre la sesta sparatoria di questo tipo ad avere causato feriti o morti tra gli studenti. Dal 2013 a oggi le sparatorie che hanno interessato le scuole sono state almeno 291, con una media di una sparatoria a settimana.