La Corte di Appello di Versailles ha confermato l’esclusione di Jean-Marie Le Pen dal partito che ha fondato: il Front National

Jean-Marie Le Pen a Versailles, 11 novembre 2017
(PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images)
Jean-Marie Le Pen a Versailles, 11 novembre 2017 (PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images)

Venerdì 9 febbraio, la Corte di Appello di Versailles ha confermato l’esclusione di Jean-Marie Le Pen dal Front National, il partito che aveva fondato nel 1972 e la cui leader è ora sua figlia Marine Le Pen. L’esclusione di Jean-Marie Le Pen era già stabilita in una sentenza precedente, che Le Pen voleva ribaltare.

Nel 2015 Jean-Marie Le Pen – che ha sempre avuto posizioni molto estreme e controverse – aveva ribadito di considerare le camere a gas dei campi di concentramento nazisti «un dettaglio davanti alla Storia» ed era stato condannato in appello a pagare 30 mila euro di multa e altri 10 mila euro circa a tre associazioni che si erano costituite parti civili in un processo. Jean-Marie Le Pen era poi stato sospeso dal partito, lui aveva presentato una denuncia e il Tribunale di Nanterre, nel novembre 2016, aveva imposto al FN di mantenere Jean-Marie Le Pen come presidente onorario, ma di escluderlo in quanto membro. Jean-Marie Le Pen aveva dunque presentato un nuovo ricorso.

La crisi dei rapporti tra Jean-Marie Le Pen, che ha 88 anni, e la figlia Marine va avanti da tempo: in passato Le Pen padre aveva proposto l’isolamento forzato dei malati di HIV, accusato Jacques Chirac di essere «a libro paga degli ebrei», criticato i giocatori neri della nazionale di calcio francese e definito Nicolas Sarkozy «lo straniero» per via delle sue origini ungheresi. Queste sue posizioni hanno contrastavano con la strategia di “normalizzazione” adottata da Marine Le Pen negli ultimi anni per recuperare i voti di elettori più moderati.