Il ministro Minniti dice che aveva previsto l’attentato di Macerata

«Traini, l'attentatore di Macerata, l'avevo visto all'orizzonte dieci mesi fa, quando poi abbiamo cambiato la politica dell'immigrazione»

Marco Minniti. (ANSA/ MARCO COSTANTINO)
Marco Minniti. (ANSA/ MARCO COSTANTINO)

Su Repubblica di oggi c’è un articolo che racconta la campagna elettorale dell’attuale ministro degli Interni, Marco Minniti, candidato dal Partito Democratico nel collegio uninominale di Pesaro-Urbino alla Camera. L’articolo, scritto dall’inviato Goffredo De Marchis, riporta una serie di conversazioni del ministro con gli elettori e le elettrici. E comincia così:

«Nella piazza di Vallefoglia, un comune di 19 mila abitanti del collegio di Pesaro, sotto un cielo freddo e scuro, Marco Minniti si gioca la sua carta migliore: “Se voi avete un problema di sicurezza, io sono la persona giusta da votare. Sono in servizio permanente effettivo per questo territorio – dice con gergo militare -. Contate su di me. Ci sarò sempre, tornerò qua”. Un militante dal fondo aggiunge: “Da presidente del Consiglio”. Quando parla di sicurezza parla anche dell’allarme democratico. “Traini, l’attentatore di Macerata, l’avevo visto all’orizzonte dieci mesi fa, quando poi abbiamo cambiato la politica dell’immigrazione”. E non significa giustificare, ma confermare che la soluzione è la democrazia. “Quella è stata una rappresaglia di odio razziale, punto”».

Minniti ha spiegato «di non partecipare a un talk show da 5 anni, di non avere un profilo Facebook o Twitter», e ha detto che a parlare per lui «sono i fatti». E poi:

«Noi fermando gli sbarchi, costruendo la legalità e la sicurezza, abbiamo fatto capire qual è il confine tra democrazia e populismo, che incatena i cittadini alle paure. E lo abbiamo fatto senza muri, senza filo spinato e senza evocare l’invasione».

Il ministro ha parlato anche dell’accordo con la Libia, raccontando degli aneddoti sull’incontro con i capi tribù libici:

«Il sultano dei Tuareg mi prese da parte: “Lei è l’inviato di Dio – mi disse -. Mi deve promettere che impedirà ai miei figli di diventare trafficanti di esseri umani”».

In queste ore il ministro Minniti, insieme al sindaco di Macerata, è stato molto criticato per aver chiesto di sospendere tutte le manifestazioni in programma in città dopo l’attentato: sia quelle annunciate da Forza nuova e da Casapound, sia il corteo nazionale antifascista e antirazzista di sabato 10 febbraio. Anpi, Arci, Cgil e Libera hanno accolto l’invito del sindaco, mentre i centri sociali e altri movimenti hanno fatto sapere che manifesteranno e hanno criticato il sindaco «che, a fronte della gravità dei fatti di sabato, pone sullo stesso piano le iniziative neofasciste lanciate da quanti rivendicano l’attacco terroristico e la grande manifestazione di condanna di quanto accaduto». Minniti è a sua volta intervenuto dicendo:

«Ringrazio Anpi, Cgil, Arci e Libera che hanno accolto la richiesta del sindaco di Macerata di sospendere le manifestazioni in questo momento così delicato per la città, che ora ha bisogno di pace e di tranquillità. Al tempo stesso mi auguro che anche altre organizzazioni che hanno annunciato manifestazioni accolgano l’invito del sindaco di Macerata. Se questo non avverrà, ci penserà il ministro dell’Interno ad evitare tali manifestazioni».